Malvasia Cotar 20019: un ottimo orange wine sloveno
La Malvasia Cotar 20019 è un vino spendido per profondità, pienezza e calore, uno di quei bianchi che fanno quel tanto che basta di macerazione per prendere forza e sostanza e una trimensionalità unica che va oltre al solito fraseggio tra acidità, morbidezza e sapidità.
No, la questione è diversa con questa Malvasia, ma anche con tutti i vini della cantina Cotar. Qui si parla di spessore e strati di sapori che si alternano non soltanto sorretti da un’acidità eccellente e dai sapori iodati tipici dei terreni del Carso, ma anche da tannini leggerissimi che fanno da filo conduttore per guidare il sorso.
Come viene prodotto
Non stiamo parlando di mesi di macerazione, ma soltanto di 7 giorni, una settamana, ma tanto basta per far esplodere la personalità di questo grande vitigno aromatico. Ma dimenticatevi delle Malvasie emaciate e smunte acidelle e tutte profumoni, la cremosità e l’intensità di questa Malvasia ha pochi rivali.
Le uve provengono da un vigneto di 30 anni almeno, coltivato in biologico. Dopo la vendemmia le uve vengono piagiate e fatte macerare sulle bucce per 7 giorni in tini di legno. Ovviamente la fermentazione è spontanea. Segue la pressatura con torchio di legno, malolattica e affinamento sulle fecce fini per 2 anni e mezzo in botti di rovere da 20 ettolitri. I vini non vengono chiarificati né filtrati, ma illimpidiscono naturalmente. Ricordiamo che la cantina slovena Cotar di Gorjansko fa parte dell’associazione Triple A, una garanzia di sicurezza.
Caratteristiche organolettiche
La spiegazione sta tutta qui: come per tutti i vini veri che non subiscono castrazioni o forzature. Hanno già tutta la vitalità dentro e non serve altro che il riposo in bottiglia per evolvere. Questo vino ha tanta polpa, ma anche tannini e struttura che con l’affinamento e la malolattica si sono ammorbiditi.
Il bouquet è esplosivo, una sinfonia matura di frutta esotica, fiori, ginestre, mandorla e marzapane con mille erbe aromatiche in sottofondo. Pur essendo un naso massiccio, è declinato con grande pulizia e precisione. Non ci sono sbavature e ogni nota è suonata con soavità.
Al palato ha grande concentrazione, sale, burro e agrumi si mescolano a sapori complessi e stratificati che si rincorrono creando un affresco solenne. Il finale è infinto e sa di lavanda e pesche sciroppate.
Non è un vino snello per via della grande complessità, tuttavia, al palato scorre facilemte, sospinto da eleganza e richiami agrumati dove trovete salvia e nocciole. Difficile resistere a tanto fascino, soprattutto quando è così approcciabile e di facile lettura. Non è un vino che stanca o appesantisce, tutto il contrario.
Abbiate l’accortezza di non servirlo freddo, ma a 14-16 gradi per esaltarne il grande respiro e non acutizzare la sensazione tannica sul palato.
Prezzo
30-33 euro: un prezzo onesto per un grande vino naturale, uno dei più rappresentativi di tutto il Carso, da ambo i confini.
Abbinamenti consigliati
Con questa prestanza lo potrete abbinare a piatti di pesce, salmone, tataki di tonno, riso alla cantonese, pad thai, risotto alla marinara, carbonara, pizza margherita, paella, ma anche carni bianche, anatra all’arancia o volendo anche ad arrosti di maiale. La grinta non gli manca.