Les Clos Perdus Prioundo 2014: la recensione di un vino rosso francese dal fascino selvaggio
Se si parla di vini di Corbières una delle bottiglie da provare è il Les Clos Perdus Prioundo 2014. Un vino polposo e ricco, pieno di succo e frutta matura, giocato sull’eleganza del Grenache che si mescola alla selvaggia follia del Cinsault.
In questo vino rosso troverete una splendida sintesi di questo terroir del sud della Francia: calore, frutto esplosivo, sapori iodati e tanto alcol. Non sempre è facile tracciare un identikit dei vini di questa zona, così varia e particolare, dove montagne e boschi si alternano creando un panorama selvaggio. A due passi dal mare, infatti ricordiamo che la cantina Les Clos Perdus ha sede a Peyriac-de-Mer, nel cuore della splendida regione dell’Aude, a sua volta parte del Languedoc-Roussillon nel sud remoto della Francia, poco distante dal confine con la Spagna.
E il vino non delude, anche se l’annata è stata difficile. In principio buona con una primavera favorevole, ma poi l’estate ha reso difficile la maturazione con molte piogge. Ma questa ombra ha reso il vino meno esplosivo e più austero e in realtà è stato un bene. Sentirete un tono cupo, la frutta e la pienezza ci sono, la maturazione è arrivata a buon punto, ma il tono è severo.
Come viene prodotto
Le uve sono un blend di 80% di Grenache e 20% di Cinsault, coltivati in regime biologico fin dal 2004. L’età delle vigne è di 35 anni. Il cru è unico, la cima di una collina contornata da muretti a secco, a Hautes Corbières, dove argille e calcare drenano e rendono facile la maturazione delle uve. Dopo la raccolta i grappoli vengono selezionati: 80% diraspati e 20% interi. Segue una macerazione di 3 giorni e poi parte la fermentazione spontanea in acciaio. Contatto con le bucce per 21 giorni, poi pressatura e maturazione sui propri lieviti per 9 mesi. Non si aggiunge solforosa.
Caratteristiche organolettiche del Les Clos Perdus Prioundo 2014
Il frutto domina con tutta la sua carnosa potenza: tutto è rosso e succoso in questo vino, ma non manca una traccia mediterranea ad ingentilire il classico corredo di ciliegie, mirtilli. Toni leggeri balsamici di olive, pino e origano aggiungono fascino, ma non pensate ad una sinfonia, quanto più ad una marcia di tamburi da guerra. Il tono è battagliero. Il vino è un super naturale-biodinamico, nato come garagista, ma non ci sono sgrammaticature né puzze strane. Appena lo stappate va fatto respirare per un paio d’ore nel calice, tutto qui.
Al palato è rustico e pieno, il sorso è veemente, ma i tannini sono ben disegnati. L’estratto non è esagerato. Il lato selvaggio e animalesco del Cinsault si percepisce, ma non fa altro che aggiungere freschezza e una dimensione più scura e introversa, ma ben dosata. Considerate che è un’annata non recentissima e ha avuto modo di sviluppare un’aromaticità notevole rispetto alla 2019 che trovate in commercio adesso. Da giovani questi vini sono burrascosi e ruvidi, ti graffiano il palato, ma con gli anni si placano e la complessità esplode.
E questo vino è un ottimo esempio di come la focosità dei grandi vini di Corbières possa diventare intrigante complessità. Certo, sarà sempre un vino dal piglio aggressivo, non è un Pinot glaciale, ma se gli date tempo cambierà e da anatroccolo da guerra armato di bazooka diventerà un cigno corazzato armato di katana.
Prezzo
L’annata 2019 costa 20 euro. Questo è uno di quei classici vini da comprare in massa e poi lasciare che ci accompagnino di anno in anno.
Abbinamenti consigliati
Stiamo parlando di un vino tenace e strutturato, nato per esaltare i piatti di carne, pietanze affumicate e i grandi classici da barbecue. Piatti consigliati: vitello tonnato, pollo al curry, costine con salsa barbecue, lasagne al forno, roast beef, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.