Nero di Troia: vino, vitigno, caratteristiche
L’Uva di Troia è un vitigno pugliese di grande importanza, conosciuto anche con il nome Nero di Troia, in grado di dare vini di potente struttura e avvolgente profondità, anche se al giorno d’oggi è poco considerato. O meglio, diciamo che potrebbe diventare un protagonista assoluto dell’enologia pugliese e di tutta l’Italia meridionale, ma molto spesso lo si considera solo il terzo vino pugliese in ordine di grandezza, dietro Primitivo di Manduria e Negroamaro.
È vero Primitivo e Negroamaro sono due pesi massimi prodotti in ogni angolo di Puglia, sono duttili, profumati, eleganti, perfetti per fare vini strutturati immortali o rosati semplici e gustosi da accompagnare ai frutti di mare.
Tuttavia, il Nero di Troia è leggermente più fine e sottile, la carica speziata è misteriosa e aggiunge un tocco unico a questo incredibile vino rosso pugliese. Certo è che siamo solo all’inizio, stiamo annusando la punta dell’iceberg, la produzione del Nero di Troia in purezza è appena iniziata e quindi anche i vignaioli stanno ancora cercando una strada, soluzioni stilistiche adeguate. La selezione clonale si sta facendo più accurata per cercare di affinare il tiro in vigna, le zone più adatte si stanno delineando e anche la “precisione stilistica e produttiva” in cantina è sempre più (ac)curata.
Caratteristiche organolettiche del vino Nero di Troia
Il bouquet è ricco e sontuoso con frutto maturo, cacao, spezie e tanta macchia mediterranea. La sua particolarità è un tratto fine e pungente, un richiamo di olive ed erbe aromatiche che si mescola con grazia ad un mare di prugne e ciliegie. La varietà è ottima e riesce ad articolarsi con disinvoltura nonostante un turbinio fruttato notevole.
Al palato il Nero di Troia è molto alcolico, ha struttura ampia e andamento buono, dinamico, sospinto più dai tannini e da una vena sapida, non tanto dall’acidità, che in realtà è abbastanza scarsa in questa varietà. Ecco la difficoltà nel vinificare ad arte l’Uva di Troia è riuscire a fare un vino bilanciato e al contempo coinvolgente, che abbia il giusto rigore e non sia mai troppo alcolico. Considerate che l’Uva di Troia di vendemmia a fine settembre, inizio ottobre e quindi l’acidità, già scarsa naturalmente, cala vertiginosamente a mano a mano che la maturazione polifenolica aumenta.
Storia del vitigno Nero di Troia
Le leggende più gloriose narrano che questo vitigno sia giunto in epoca greca fin sulle coste della Puglia, al tempo dei primi coloni. Ma in realtà che sia in vitigno originario della città di Priamo è una solo una favola, per quanto sia suggestiva. Le ipotesi dell’origine greca del vitigno non sono da scartare, ma molto più probabilmente è un autoctono che ha avuto origina nella città di Troia, in provincia di Foggia, dove ancora trova la sua massima espansione. Se proprio siete amanti dei viaggi, sappiate che esiste anche una città albanese di nome Cruja, da cui potrebbe essere giunta, con una rapida traversata. In linea d’aria non sono molto distanti.
Zona di produzione del vino Nero di Troia
È un’uva coltivata in tutta la Puglia, tuttavia la sua culla è zona intorno a Troia, un triangolo di terra che ha come vertici le città di Barletta, Cerignola e Lucera. Lo trovate in molte DOC pugliesi, tra cui: Cacc’e mmitte di Lucera, Castel del Monte, Orta Nova, Rosso Barletta, Rosso Canosa e Rosso di Cerignola.
Abbinamenti consigliati per il Nero di Troia
È un vino rosso potente e strutturato e quindi è perfetto per allietare i barbecue estivi, con grigliate di salsicce, gli arrosticini, piatti di carne affumicata. Piatti consigliati: vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.