Negroamaro: vino, vitigno caratteristiche organolettiche

Il Negroamaro è il vitigno a bacca rossa più importante dell’enologia pugliese, assieme al Primitivo di Manduria e ovviamente al Nero di Troia. Poche sono le zone della Puglia dove questo antichissimo vitigno non trova spazio per crescere e dare vini rossi incredibilmente strutturati, ma intriganti, pieni di vivacità fruttata, spessore e spezie.
Il Negroamaro è il vino che rappresenta la rinascita del vino della Puglia, per troppi anni relegata a semplice serbatoio di vini nati per irrobustire gli anemici vini del nord di Italia e Francia. Ormai la produzione delle cantine pugliesi è in grande ascesa a livello qualitativo, grazie ad una selezione clonale che ha favorito la qualità delle uve, tecniche enologiche precise e meno invasive e ad un controllo più accurato della maturazione e delle rese delle uve. Si produce meno uva per pianta, favorendo la concentrazione e non tanto la produttività più spicciola.
E questo cambiamento è stato fondamentale per un vino corposo e alcolico come il Negroamaro, famoso da secoli per la sua gradazione straordinaria, ma che spesso si non riusciva a trovare eleganza e precisione, ma solo muscoli e frutto cotto dal sole. Ma oggi più che mai il vino Negroamaro tiene fede al suo nome così evocativo, che fa pensare ai tannini e ai sapori della terra e così possiamo bere grandi vini, austeri, pieni, ma dotati di profondità e sfumature, ma che hanno bisogno di molti anni di affinamento. Ma questo non è di certo un difetto.
Certo se preferite i vini beverini, freschi e titillanti, allora sarete felici di scoprire che con il Negroamaro vengono prodotti molti degli splendidi vini rosati pugliesi, come il Salice Salentino rosato, dove è in blend con la Malvasia Nera. Non stupitevi la formula di Negroamaro, così cupo, strutturato e denso, trova una spalla ideale in un vino profumato, aromatico ed elegante come la Malvasia. Notevole è anche il Salice Salentino rosso, molto penetrante e misterioso come vino.
Il bouquet del vino Negroamaro
Ma torniamo alle caratteristiche di questo grande vino della Puglia. I profumi sono intensi, balsamici, sontuosi e avvolgenti, ma dominati da una nota scura e austera, di terra e sale, di prugne e olive e rabarbaro. Non aspettatevi un vino solare come il Primitivo, quanto un vino certamente molto fruttato, ma anche speziato con sentori netti di pepe, radici, liquirizia, tracce di macchia mediterranea, eucalipto, fiori a non finire e mille erbe aromatiche. In ogni caso per riconoscerlo cercate il binomio prugna e oliva e non vi sbaglierete mai di molto.
Il sapore del vino Negroamaro
Al palato la struttura e la sensazione calorica data dall’alcol sono subito percepibili. Non è un vino sottile, anzi è tutto giocato su un delicato equilibrio dove un frutto caldo e maturo trova slancio nei tannini molto succosi e saporiti, ma decisi e un’acidità notevole. Insomma, è un vino che caratteristiche molto spiccate: tannini forti, acidità molto affilata, calore e rotondità data da un grado alcolico alto. Finale terroso con i tannini che si aprono e prendono il volto di mille radici, di liquirizia, olive e genziana. Il sale non manca mai, i ritorni iodati danno spessore al vino e lo sostengono, spezzando il predomino del frutto.
Il Negroamaro non è un vino di facilissima lettura, serve tempo per farlo, perché affini e tutto questo estratto si trasformi in sfumature e smussi gli angoli e sviluppi il suo potenziale terziario, ma chi sa aspettare riuscirà ad assaporare un grandissimo rosso, immortale come evoluzione, ma anche elegantissimo. Basta non avere fretta.
Negroamaro rosato: il futuro della Puglia
Il Negroamaro rosato invece è tutto giocato sulla delicatezza pungente del frutto: saranno fragole, frutti di bosco e amarene a solleticarvi il naso con il loro fascino, mentre note più delicate di fiori, sottobosco ed eucalipto fanno da cornice. Non ve lo nascondiamo, i rosati pugliesi sono tra i nostri vini preferiti. È difficile sbagliare, anche se ordinate una caraffa di rosato a caso, ve la portano bella ghiacciata, profumatissima e pungente, perfetta per dissetarvi o accompagnare frutti di mare e pesce alla griglia. Pochi sono i vini così immediati e golosi, croccanti e irresistibili, dentro c’è tutto il fascino del mare e una traccia oscura che profuma di bosco. Vini patrimonio dell’umanità.
La storia del vitigno Negroamaro
Considerate che la Puglia è stata una delle prime colonie della Magna Grecia, insieme alla Calabria era la terra del vino, dove usavano acquedotti per portare dalle colline a valle il vino per poi trasportarlo in tutto il Mediterraneo. Tuttavia, le notizie sul Negroamaro sono scarse ed è solo nel 1872 che se ne trova la prima fonte scritta. La teoria più plausibile è che sia un autoctono, dato che il nome in dialetto sarebbe niuru maru, ossia nero e amaro, le sue due caratteristiche principali.
Zone di produzione del vino Negroamaro
In Puglia è ubiquo, è il re di tutta l’enologia della regione: Bari, Brindisi, Lecce e Taranto, ogni provincia lo ama. Lo potrete trovare in blend con la Malvasia in quella che è una delle DOC più importanti come il Salice Salentino rosso o rosato, nella DOC Alezio, DOC Brindisi, DOC Copertino, DOC Galatina, DOC Gioia del Colle, DOC Leverzano, DOC Lizzano, DOC Matino, DOC Nardò, DOC Ostuni, nella DOC Rosso di Cerignola e DOC Squinzano. Un tempo era presente in tutta l’Italia del sud e per questo ha assunto vari nomi, adeguandosi ad ogni angolo di paese: Albese, Abruzzese, Jonico, Lacrima, Purcinara e Uva Ulivella.
Abbinamenti consigliati per il vino Negroamaro
Con questi tannini colossali è chiaramente un vino da abbinare a carne e preparazioni barbecue, vitello tonnato, pollo al curry, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.