Malbec: vino, vitigno, storia e caratteristiche del re di Mendoza
Il Malbec è un grande, grandissimo, vino rosso che purtroppo è stato relegato nel dimenticatoio per troppi anni. In Italia è praticamente sconosciuto, nonostante sia un vino rosso elegante, potente, generoso nei profumi, ma dotato di finezza e un tocco vellutato che attenua l’irruenza dei tannini. Nasce in Francia ed è stato per anni anche un vitigno protagonista dei vini di Bordeaux, dove è ancora previsto nel disciplinare di produzione, ma dopo un triste declino, ed essere stato relegato solo nella zona di Cahors, oggi è tornato sugli albori grazie alle incredibili condizioni climatiche che ha trovato in Argentina, soprattutto tra i picchi delle Ande nella provincia di Mendoza.
Se in Francia, dove è conosciuto con il nome di Auxerrois, ancora è usato per produrre vini agresti e sgraziati, marcati da un afrore animale fastidioso, nelle colline di Mendoza, a ridosso della Ande, riesce ad esprimersi con eleganza, intensità, deflagrante potenza e una morbidezza favolosa.
Tutto merito delle condizioni climatiche di questa stretta lingua di terra, stretta tra le Ande, al confine tra Cile e Argentina, e infatti anche nello stesso Cile, il Malbec è di casa, non limitatevi a pensare che il Malbec buono si produca solo in Argentina e il Carmenere sia appannaggio esclusivo del Cile. Questa è una semplificazione barbara e basta fare un giro in questi due splendidi paesi, per rendersi che abbiamo solo assaggiato la punta dell’iceberg: siamo solo agli inizi della rinascita del Malbec.
Adesso con 10, 15 anni di riposo in cantina si iniziano ad assaporare dei vini incredibili per profondità aromatica, potenza, ma che sanno come accarezzare il palato con un frutto vellutato, ma mai troppo muscoloso o ruffiano.
Certo il Malbec è un vino rosso corposo, tannico, dalla imponente struttura, ma grazie all’incredibile escursione termica, la più estrema di tutte le zone vitivinicole del mondo, a suoli ricchi di minerali, dove sabbia e sassi si mescolano, la finezza dei profumi, la freschezza e l’eleganza non mancano mai e riescono ad aggiungere svariate sfumature a quello che nasce come vino massiccio.
Ma perché ha così successo il Malbec in Argentina?
Come detto prima sono le Ande (l’altitudine) che ancora una volta è da record mondiale, e il clima, che è secco e caldo di giorno e previene l’insorgere di malattie dovute all’umidità. I terreni sono tendenzialmente aridi, quindi la coltivazione è subordinata all’irrigazione, e in questo modo i vignaioli argentini, soprattutto quelli di Mendoza, riescono a manipolare con precisione la maturazione delle uve e a prolungare al maturazione polifenolica dell’uva fino all’ultimo momento possibile.
Zone di produzione del Malbec
Abbiamo parlato molto di Mendoza, ma molto semplicemente perché è qui che il Malbec domina, le altre zone vitivinicole argentine restituiscono ottimi Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Bonarda, ma se parliamo di Malbec, restiamo pure a Mendoza, soprattutto nella zona di Lujan de Cuyo. Anzi non aspettatevi che la qualità dei vini nel resto dell’Argentina sia paragonabile a quella di Mendoza, sì c’è qualcosa di interessante in Patagonia, ma il 70% del vino Argentino viene da questa regione, quella che offre più latitudine per i vigneti e quindi maggiore qualità.
Citiamo anche Cahors, che si trova nella zona sud ovest della Francia, ma qui il Malbec non ha grandi ambizioni e va detto che anche il clone che è stato selezionato in Argentina ormai con due secoli di sviluppo è cambiato e non assomiglia neanche come conformazione del grappolo, giacché risulta più piccolo. Stessa famiglia, ma parentele che si allentano.
Caratteristiche organolettiche del Malbec
Il colore prima di tutto è scuro, denso, ipnotico e anche la consistenza nel bicchiere si fa notare, sia come morso in bocca che come alcol. Il bouquet è intenso, caldo, dominato da frutta, che in base all’estratto e all’invecchiamento può essere matura e sotto spirito. Solitamente ciliegie, frutti di bosco e prugne, a cui si aggiungono decise note di spezie dolci, un filo di erbaceo, ritorni di agrumi e mirtilli a finire. Molto spesso si percepiscono sentori animali, ma questa è un caratteristica dei vini più grossolani. Se il vino è fine, c’è come una sorta di inquietudine selvatica, ma non pensate ad odori sgradevoli. Se percepite afrore o ululati selvaggi al naso sono difetti e non tipicità.
Al palato è sontuoso, caldo, intenso, ma i tannini hanno avuto modo di arrotondarsi e sviluppare mille sapori terrosi: radici, liquirizia, rabarbaro e anche un finale minerale con tracce erbacee è di solito presente.
Attenzione stiamo parlando di Malbec di buon livello, affinati e fatti con uve di qualità, ma esistono anche Malbec da 4 dollari alla bottiglia nei supermercato argentini. Oppure ci sono vini di pronta beva tutto frutto dalla buona acidità, ma il Malbec è un vino su cui investire, scegliete bottiglie di spessore e fatele invecchiare, i tannini meritano riposo in cantina, non va bevuto subito. Come tannini e potenza pensate ad un Sagrantino, ad un Cabernet Sauvignon, un Primitivo, non stiamo parlando di un vino in stile Lacrima di Morro.
Abbinamenti consigliati per il Malbec
Non è un caso che il Malbec sia emerso e abbia sbaragliato la concorrenza degli altri vitigni internazionali in Argentina e Cile, visto che in queste due nazioni il consumo di carne di manzo, agnello e maiale è alle stelle. E pochi sono vini che possono competere con il Malbec in quanto ad eleganza, tannini ed intensità, senza mai scadere nella prepotenza alcolica. Abbinatelo a tutti i piatti di carne, pollo al curry, pulled pork, empanadas, hamburger, filetto alla Wellington.