Questa regione gode di una posizione invidiabile, a sud è stretta dal lago di Garda, a nord incoronata dalle Alpi che la difendono dal gelo e in mezzo scorrono le acque del fiume Adige.
È una grande valle fertile che a sua volta si ramifica in tante altre più piccole, tutte verdissime, scavate nella roccia dai millenni. E proprio questa componente minerale così lavorata dalle acque, dai venti e dai movimenti dei ghiacciai, è il vero motivo dell’eleganza dei vini di queste terre, specialmente quelli bianchi.
Il territorio è diviso in due realtà etniche ben distinte: quello chiamato Alto Adige in realtà è il Sudtirolo, austriaco prima della Grande Guerra. Le differenze si notano subito in cucina: al nord prevalgono sapori più vicini alla tradizione austriaca, tra cui le molte spezie, canederli (Knödel) e pane scuro di segale ricoperto di semi papavero. Quella del Trentino è montanara, ma di impronta italiana. In comune hanno una qualità dei vini straordinaria e la cura per i vigneti, presenti ovunque.
La Schiava, con le sue pergole doppie molto caratteristiche, è ancora il vitigno più diffuso. Dà origine ad un vino rubino trasparente in Trentino, dove è lasciato meno sulle bucce, e più scuro in Sudtirolo. In ogni caso è generalmente leggero, con belle sfumature di mandorla e ciliegia, tannini soffici: da bere giovane. È ottimo con la tipica merenda altoatesina a base di speck, formaggi e Kaminwurz, le famose salsicce di cervo affumicate.
Grazie alla diversità morfologica del territorio, i vitigni internazionali hanno attecchito molto bene, ritagliandosi delle nicchie dove hanno assunto tratti di grande eleganza.
In Val di Cembra, ad est di Trento, il Müller Thurgau ha trovato piena espressione e un terroir a base di porfido che ne ha esaltato la natura acida, conferendogli morbide note di agrumi. Anche i Gewürztraminer non sono affatto male, freschi e slanciati.
Lo Chardonnay, e in parte minore il Pinot Nero, è il matador della DOC Trento, una produzione spumantistica che si sta conquistando una meritata fama grazie alla raffinatezza delle proprie bolle, tanto che un piccolo paesino come Aldeno è stato definito la Epernay del Trentino.
Passiamo al Sudtirolo. A Terlano, poco a ovest di Bolzano, vanno giustamente fieri del suolo granitico che conferisce grande sapidità e struttura a Sauvignon, Pinot Grigio e alcuni Merlot che riescono a distinguersi per un bel frutto croccante.
La Valle d’Isarco, che parte da Bolzano e si estende a nord est, seguendo l’omonimo fiume fino al confine con l’Austria, oltre ad ospitare città antichissime come Vipiteno e Chiusa, nelle cui vicinanze sorgono i monasteri di Novacella e Sabiona, ci offre un’incantevole distesa di terrazzamenti recintati da muretti a secco, tra le cui rocce crescono alcuni dei migliori bianchi d’Italia: Riesling, Pinot Grigio, Kerner, Veltliner, Sylvaner e Gewürztraminer. I risultati migliori si hanno con i Riesling e i Veltliner, molto fini, taglienti, giocati tra frutto e mineralità. L’altitudine, 500-600 metri generalmente—con picchi a 900 metri per i Riesling—le temperature pungenti e il vento, permettono inoltre un allevamento privo di trattamenti aggressivi.
La Val Venosta, all’opposto, occupa la parte occidentale del Sudtirolo e offre la parte più intatta del paese: grandi boschi in cui scorrazzare in bici, montagne a non finire e un clima mite e sempre soleggiato, che ricalca anche lo spirito della gente e del cibo, semplice e gustoso. Come le mele e le fragole e l’Ur-Paarl, il pane degli sposi, chiamato così per via della forma di due pani rotondi intrecciati, un presidio Slow Food preparato con segale, cumino e finocchio, secondo la ricetta dell’Abbazia di Monte Maria a Burgusio. In questo piccolo paradiso incontaminato troverete cantine a conduzione familiare e vini squisiti, con i Riesling che fanno la parte del leone, grazie ai suoli scistosi e alla tenacia dei vignerons di queste montagne. Attenzione al Pinot Nero, che qui sembra abbia trovato terreno fertile per ambire a grandi risultati, sebbene ci sia ancora molta strada da fare.
Se amate il vino, questa è la regione che fa per voi. Ogni villaggio ospita una festa in onore del vino oppure una cantina nel pieno centro storico, per non parlare delle rassegne più grandi come il Merano Wine Festival. Ma c’è anche molto altro: mercatini natalizi, le Dolomiti, neve a volontà, splendide pasticcerie e giovani chef che rinnovano la cucina alpina con contaminazioni etniche e moderne. Castelli e fortezze dietro ogni angolo testimoniano l’importanza che queste terre di confine un tempo ricoprivano, ma anche la convivenza tra passato e presente, fatto di musei d’arte, gallerie e stagioni concertistiche.
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