L’acqua del rubinetto fa male? Tutto il contrario: l’85% dell’acqua potabile è di alta qualità
L’85% dell’acqua potabile in Italia proviene da fonti sotterranee, che garantiscono una maggiore qualità e protezione. Questo fattore aiuta a ridurre l’impatto sulla salute, posizionando il nostro Paese tra i più virtuosi d’Europa, occupando il 6° posto.
Secondo i dati di TEHA presentati durante la sesta edizione di Community Valore Acqua per l’Italia, che coinvolge 42 aziende e istituzioni del settore idrico, gli anni di vita persi in buona salute a causa di scarsa igiene e qualità dell’acqua sono 9,4 anni ogni 100mila abitanti in Italia, contro una media europea di 16 anni. Al primo posto troviamo la Finlandia, con solo 5,5 anni persi per lo stesso parametro.
Un miglioramento lento rispetto all’Europa
Nonostante l’Italia sia migliorata negli ultimi 30 anni, il progresso è stato più lento rispetto alla media europea. Mentre l’UE ha registrato un miglioramento del 41% (con la Finlandia che ha raggiunto il 75,8%), l’Italia si è fermata al 12,9%, piazzandosi al 23° posto in Europa.
Un sistema idrico da migliorare
“L’acqua gioca un ruolo cruciale per la salute pubblica” – commenta Valerio De Molli, CEO di The European House – Ambrosetti e TEHA Group. “In Italia, gran parte dell’acqua potabile proviene da fonti sotterranee, particolarmente in regioni come Valle d’Aosta e Umbria, dove la totalità dell’acqua è sotterranea. Tuttavia, c’è ancora molto da fare nel trattamento delle acque reflue: 1,3 milioni di italiani vivono in 296 comuni senza servizio di depurazione, con particolare incidenza in Sicilia, dove il 13% della popolazione non ha accesso a tale servizio”.
Nitrati e fosfati sotto controllo
Benedetta Brioschi di TEHA aggiunge: “L’Italia può vantare una bassa presenza di nitrati nelle acque sotterranee, con un valore medio di 17,8 mg/litro, ben al di sotto del limite UE di 50 mg/litro. Anche la presenza di fosfati nei fiumi italiani è contenuta, con 0,05 mg/litro rispetto al limite di 0,1 mg/litro. Inoltre, l’Italia è tra i 10 Paesi UE più virtuosi nella riduzione dell’uso di pesticidi, confermando un forte impegno per migliorare l’impatto ambientale e la salute dei cittadini”.