Rapporto sul mercato cinese del vino: tracollo di vendite a causa dell’inflazione
Gli alti livelli di inflazione e l’aumento dei tassi di interesse in molti mercati in tutto il mondo hanno generato profondo pessimismo per quanto riguarda le prospettive delle vendite al dettaglio di vino.
L’inflazione alimentare è stata generalmente in ritardo rispetto alla traiettoria di livellamento dell’inflazione complessiva, incoraggiando i consumatori a ridurre la spesa nei supermercati.
In questo contesto, l’attività mondiale del vino sfuso è proseguita con cautela nell’ultimo trimestre del 2022, mentre le vendite sono attentamente analizzate; nessuno vuole trovarsi in eccesso di scorte o aver pagato un prezzo troppo alto.
Oggi leggiamo il rapporto del broker di vini Christian Jungbluth di Ciatti.
- I prezzi del vino sfuso per il vino bianco sono al livello di dicembre 2021. Il vino rosso sta seguendo un trend di ribassista più blando e morbido come caduta, ma parliamo sempre di calo di vendita.
- Il calo delle importazioni sul mercato cinese ha portato a un significativo eccesso di offerta. I rossi australiani, in particolare, hanno prezzi ultra competitivi e rapporto qualità-prezzo eccellente, difficilmente raggiungibile dai vini italiani.
- Tuttavia, non è ancora chiaro se l’attuale domanda di vino bianco sia il risultato di un cambiamento di consumo a lungo termine o piuttosto una conseguenza delle vendemmie bianche nel 2021 più scarse come rese.
L’attività di acquisto si è concentrata prevalentemente nell’emisfero settentrionale dopo che le sue vendemmie si sono concluse ad ottobre, su quei bianchi che nel 2021 avevano sottoperformato: Sauvignon Blanc, Chardonnay e Vin de France bianchi nel sud della Francia; la maggior parte dei bianchi e delle basi spumanti in Italia; e Sauvignon Blanc, Chardonnay, Pinot Grigio e basi spumanti nella Central Valley della California.
I prezzi sono più o meno in linea con quelli di dicembre 2021. Il mercato del vino rosso, nel frattempo, è calmo in entrambi gli emisferi e i prezzi sono in calo. Sebbene molti rossi dell’emisfero settentrionale siano ancora in fase di fermentazione malolattica, la mancanza di interesse per i restanti – a volte grandi volumi – di rossi 2021 suggerirebbe un inizio lento della campagna di acquisti dell’annata 2022 nel nuovo anno.
Cosa succede nel mercato cinese
Le fortune contrastanti del bianco sfuso rispetto al rosso sfuso, evidenti per alcuni anni, si sono accentuate nel 2022. Ora è chiaro che l’aumento della domanda cinese di rossi importati negli anni 2010 ha nascosto un calo della domanda dai mercati maturi; alcuni fornitori si sono inconsapevolmente affidati eccessivamente al mercato cinese per smaltire score e pensare di poter trovare un nuovo mercato in crescita costante. Questo è un grave errore di valutazione, il mercato cinese è in continuo mutamento e non offre sicurezze per i venditori. Tutto dipende da dazi e accordi commerciali.
Dall’imposizione da parte della Cina di tariffe di importazione proibitive sui vini australiani nel 2020, i rossi sfusi australiani sono passati a un eccesso di offerta significativo e ora hanno un prezzo ultra competitivo sul mercato di esportazione, cosa che ha conseguenze per tutti gli altri paesi fornitori, considerando che questi rossi sono venduti anche in offerte combinate super scontate con i vini bianchi, quindi vengono usati come premio o ariete per invogliare gli acquirenti.
Ma non è solo l’Australia a dipendere eccessivamente dalla Cina. Anche Bordeaux ha sofferto di un recente calo della domanda cinese che ha aggravato un calo a lungo termine del consumo di vino rosso nei mercati chiave. Tanto che coltivatori bordolesi hanno marciato verso la capitale della regione a dicembre chiedendo piani di distillazione e sradicamento sovvenzionati dal governo. Di conseguenza, come per i vini australiani, ci sono ampie opportunità di sfuso per i rossi bordolesi di alta qualità e dal prezzo interessante.
Le severe restrizioni del COVID-19 in Cina e il calo della fiducia dei consumatori, a seguito di notizie sul vino contraffatto, hanno danneggiato la domanda di vino importato nel paese. È opinione diffusa che la revoca delle sue più severe misure COVID – annunciate il 7 dicembre a seguito di diffuse proteste contro di esse – contribuirà a ringiovanire la domanda cinese nel 2023.
Comprendere la domanda complessiva
Logicamente il vignaiolo-contadino, vista l’attuale dinamica delle vendite rosso-bianco, potrebbe pensare di sbilanciare le produzione e innestare viti rosse su viti bianche per riposizionarsi sul mercato cinese, come sta accadendo ora in Australia.
Ma quanto, in realtà, è il favore di cui godono i bianchi e gli spumanti rispetto al vino rosso? Al momento pensiamo che l’aumento del favore dei vini bianchi sia solo dovuta alla scarsità della vendemmia 2022 e non tanto ad un cambio di mentalità nei bevitori e nel mercato cinesi.
Se è necessario pensare ad una strategia e pianificare la produzione per i prossimi 10-20 anni è necessaria una migliore comprensione dell’evoluzione del comportamento dei consumatori al fine di aumentare la popolarità del vino tra i consumatori più giovani e, così facendo, aumentare la domanda complessiva. Riuscire a capire il trend del mercato cinese non è di certo facile, ma alcuni punti chiave su cui basare le proprie previsioni sono le dinamiche relative ad andamento annata e acquisto all’ingrosso. Il mercato si muove sulla previsione di produzione, cercando al qualità migliore al prezzo più basso e non pensa alla qualità assoluta, ma all’occasione.