Sassocarlo Bianco Toscano 2019 Fattoria di Bacchereto: vino capolavoro
Che delizia che è il Sassocarlo Bianco Toscano 2019, un vino macerato fatto con grande cura e che ammaliarti con un corpo statuario, profumi netti, sapidità che ti prende la bocca e una bevibilità incredibile.
Tra i bianchi toscani è quello che spicca per carisma, profondità, sfacciataggine e schiena dritta. Non si lascia andare a derive futuriste, non risente di pesantezza o goffaggine, anzi, al contrario, riesce nel difficile tentativo di proporre un bianco macerato di spessore e suggestiva rotondità.
Grazie ad una breve macerazione amplia l’orizzonte aromatico, aggiunge strati e una certa compiaciuta e decadente grassezza, ma non pensate ad un vino resinoso, ad un vero e proprio orange wine, visto che il contatto con le bucce è così perentorio.
Come viene prodotto
Le vigne sono gestite in biodinamica da decenni e non si usano diserbanti, pesticidi, né prodotti di sintesi. I suoli sono a base di marne oceaniche, arenarie, calcare e argille. Età media delle vigne oltre i 40 anni. La fermentazione avviene spontaneamente in acciaio, mentre quella malolattica in legno, tonneaux, dove il vino matura per 18 mesi. Imbottigliamento e riposo di ancora 6 mesi in bottiglia: ovviamente non è filtrato né chiarificato. In puro stile toscano, è un blend di Malvasia e Trebbiano.
Caratteristiche organolettiche
Tutto questo coraggio, questa voglia di terroir e artigianalità è premiata da una complessità straordinaria, ma facile da leggere ed apprezzare. E questo è l’indizio che ti fa riconoscere un vino glorioso: la lunghezza di sorso unita alla naturalezza con cui ritorni a quel sorso.
Non ci sono forzature in questo vino, solo armonia e giochi di contrasti immaginifici. Il sale ti morde, ma ecco il frutto maturo e mieloso che ti soccorre.
L’acidità ti frusta, ma non fai in tempo a lamentarti che la carica aromatica e salvifica della Malvasia ti distrae, ti affascina. La persistenza e la struttura sono massicce, anche se non precludono la succosità, non ostacolano il ritmo e il dinamismo.
Colore giallo paglia dello spaventapasseri del Mago di Oz. Profumi inebrianti, tratto ruvido, marino, sfrontato nella sua ricerca di durezza. Petali di rosa e ginestra secchi, miele, noci e uva spina sciroppata. Refoli speziati leggeri e poi toni decadenti, ossidativi, maturi e ancora iodio che abbraccia la salvia e le olive.
Al palato è goloso e compresso: ha una densità di gusto apotropaica.
Strati di roccia, sale, limone e cereali. Crema di cedro e succo, morbidezza che fa da apripista ad un finale dove una splendida vena vegetale fa da filo conduttore. Struttura notevole e impetuosa. La tenue macerazione gli ha conferito corposità e tridimensionalità, ma l’ossatura è fatta di sale e la malolattica ha scongiurato l’effetto limonata asciutta.
Bevuto adesso è già splendido, ma con questa concentrazione può invecchiare per 20 anni senza alcun problema. Da provare tra 7-8 anni al passaggio dei 10 anni, traguardo del primo grande salto evolutivo.
Prezzo
36,20 sul sito triple A: il prezzo sembra alto, ma la qualità di questa bottiglia è siderale, ha stoffa, potenziale di invecchiamento. A tutt’oggi, è uno dei migliori vini italiani che ci siano in circolazione.
Abbinamenti consigliati
Riso alla cantonese, pad thai, risotto alla marinara, carbonara, pizza margherita, paella.