Longhino Ramandolo 2017 Dario Coos: la recensione
Il Longhino 2017 di Dario Coos è un Ramandolo dolce e sontuoso, un vino che ti scalda il cuore e ti riempie di gioia soltanto ad annusarlo. Ti circonda con i suoi profumi inebrianti e canditi, dove spezie e incenso giocano a rincorrersi, mente il sottofondo una casta di miele e fiori scorre placidamente.
Ma è quando lo assaggiate che scoprite tutta la bellezza di questo vino dolce. Perché è sì giustamente morbido e vellutato, ma ha uno slancio incredibile, grazie ad un’acidità di fondo che non smette un attimo di risplendere.
Già abbiamo parlato della cantina Dario Coos, una piccola, grande realtà artigianale dei Colli Orientali del Friuli che sorge quasi a ridosso delle Alpi Apuane. In questo paradiso vengono coltivati 12 ettari i grandi vitigni friulani, tra cui spicca per finezza il Verduzzo. E come ben sapete è proprio con il Verduzzo che si fa un nettare delizioso come il Ramandolo. Il nome Longhino è lo stesso del cru, quello più alto, dove vengono raccolte le uve
Come viene prodotto il Longhino Ramandolo 2017 di Dario Coos
Vinificazione classica, ma impeccabile. Dopo la vendemmia manuale i grappoli migliori del vigneto vengono messi ad appassire per ridurre l’acqua nei chicchi e concentrare esponenzialmente gli zuccheri. I grappoli vengono poi pigiati dopo che hanno perso più del 40% del peso e il nettare che se ne ricava fermenta spontaneamente e poi affina in acciaio. Dopo qualche mese di riposo in bottiglia è imbottigliato.
Caratteristiche organolettiche
Il risultato è un vino di fine caratura, giocato sul particolare e una finezza apollinea, ma senza mai perdere di vista misura e compostezza aromatica. Ed è proprio questo aspetto che vogliamo sottolineare: la precisione. Ok la tipicità, benissimo la purezza, ottimo il vigore e la spontaneità del vino, eccellente la territorialità artigianalmente interpretata, ma quello che impressiona è la compattezza.
Il bouquet è un vortice senza fine di profumi di frutta candita, con mango e buccia di cedro, cardamomo, vaniglia, cioccolato bianco e ginestra che danzano legati da un filo invisibile di miele. È ricchissimo ma non fa una piega. È perfettamente dosato in ogni parte, è credibile e profondo. Splendido.
Al palato si ritrova lo stesso passo cadenzato, ma intriso di note iodate e medicinali. Il vino è sciropposo, tuttavia snello, sospinto da un’acidità agrumata gagliarda che sdrammatizza una struttura notevole. La complessità dei sapori è sfaccettata e si apre a mille sapori di frutta secca.
La persistenza è ottima. Lo stupore è dato, però, da questi picchi di sapidità, ma chi ama i vini friulani, sa cosa sanno regalare questi terreni ricchi di ponche, ossia di calcare e marne arenarie di origine marine.
Adesso è maturo, ma la sua vita è ancora lunga, con il tempo diventerà ancora più affascinante, perciò (se ne avete la forza) lasciatene qualche bottiglia in cantina.
Prezzo
17-20 euro: un prezzo molto basso per un ottimo vino dolce.
Abbinamenti consigliati
Formaggi erborinati come Castelmagno e Roquefort, Époisses de Bourgogne, Parmigiano stagionato, cheesecake, zuppa inglese, pastiera napoletana, torta di mele.