Fontanasanta Nosiola 2020 Foradori: un grande vino naturale prodotto in anfora
Il Fontanasanta Nosiola 2020 di Foradori è uno dei vini macerati più incredibili e affascinanti che siano mai stati prodotti in Italia. Stiamo parlando di un bianco elegante, sontuoso e profondo, tuttavia, dotato di finezza unica e grande bevibilità. È un vino strutturato e pieno, molto corposo, ma dall’animo gentile. Assaporerete mille strati di sapori sul palato eppure tutto si muove con leggiadria e anche i tannini sono morbidi e appena percettibili e ti invitano a bere, nonostante diano una certa fermezza di carattere a questo vino. Diciamo che è un vino bianco che strizza l’occhio agli orange wine, accenna, ma si tinge.
Come viene prodotto
Elisabetta Foradori da anni ha abbracciato una filosofia biodinamica vera. Si può dire che il suo sia stato un percorso di crescita umana e professionale unico. Strada che la ha portata non solo ad un vino fatto nella maniera più naturale e pulita possibile, ma anche alla sperimentazione. E infatti questo vino è stato prodotto interamente in anfore di terracotta, senza pressatura. I grappoli vengono diraspati e fermentano e macerano in anfora per 8 mesi, quindi fanno un breve affinamento in acciaio per trovare equilibrio. Il vino non è filtrato né chiarificato e ovviamente non vengono aggiunti solfiti.
Caratteristiche organolettiche
Il colore è ambrato, pulito, trasparente e scintillante. Il bouquet è splendido, non aspettatevi la solita Nosiola fruttata in stile macedonia e roccia. Dentro questa c’è un mondo. Appena la annusi è un fiorire di guava, resina e orchidea.
Toni speziati di polvere di liquirizia mescolati a cedro candito e agave.
Nespole al forno con cannella. Fiori di ginestra affogati nel miele di castagno. A fare da cornice poi troviamo una traccia balsamica di eucalipto e menta.
Nel complesso è ampia e carnosa. Ha piglio ed eleganza, senza mai scadere nella trappola della super ossigenazione che l’anfora può creare.
Al palato è tesa, nerboruta, ma scattante. Non si ferma un attimo e riesce ad unire sapidità, acidità e quella rotondità, anzi quello spessore rotondo che il lungo affinamento ha sviluppato nel vino. I tannini ci sono, ma sono gentili e hanno il sapore del rabarbaro e non fanno altro che allungare il sorso e dare ritmo e penetrazione al sorso. Finale nutty, non ossidato, ma abbastanza maturo con un ritorno di anice.
Descritto così potrebbe spiazzare, ma che Nosiola è? È l’altra faccia delle Luna. È il lato più sensuale e godurioso. Non è una Nosiola sbarazzina che punta su due dimensioni e un attacco citrino-roccioso, no, preferisce il fraseggio, l’eloquenza e una certa compiaciuta grassezza di forma. In ogni caso, è un piccolo capolavoro. Un vino che bevuto adesso è piacevole, ma non evoluto, e di strada ne può fare tanta. 10 anni tranquilli. Anche se già tra 3 anni inizierà a mostrare il suo vero potenziale.
Prezzo
29-30 euro sembrano tanti, ma non per un vino così elegante, ambizioso e buono. Ecco la definizione che non si usa mai per non fare figure da Neanderthal, ma che forse si è persa di vista nel mondo del vino, sempre alla ricerca dell’arabesco, della particolarità e della territorialità a tutti i costi.
Buono e basta.
Abbinamenti consigliati
Questo vino ha carattere e spessore, non abbiate rigurdi e abbinatelo a piatti di carne di anatra e oca, pesce, cucina indiana piccante e cucina cinese di pesce e verdure. Vitello tonnato, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, ravioli di erbette alla parmigiana, risotto al tartufo, spaghetti alla carbonara, pad thai.