Highball cocktail: cosa sono e come si fanno

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Sebbene esista la categoria dei cocktail Highball, queste bevande a base di distillato e soda (o ginger ale, cola, tonica, ginger beer, ecc.) non sono dei veri e propri cocktail, ma delle semplici bevande. La definizione che potremmo dare di Highball è un long drink, molto secco, fatto con un distillato più un sodato, servito con ghiaccio, nell’omonimo bicchiere. Quello stretto e alto. Basta, non ci sono succhi, dolcificanti o infusi, al massimo una goccia di angostura.

Quali sono i cocktail Highball più famosi?

Nessuno mai al mondo in un locale vi chiederà un Highball, ma un whiskey e soda o brandy e ginger ale. Anche il Cuba Libre e il Gin Tonic fanno parte di questa famiglia, anche se ormai quest’ultimo ha trasceso ogni categoria. Forse l’unico cocktail vecchio stile che dà l’idea di cosa fossero gli Highball è l’Horse’s Neck, un drink semplice fatto con cognac, ginger ale, una goccia di angostura e una lunga buccia di limone che ricorda la criniera di un cavallo itterico fuggito da Orione.

Potremmo definire gli Highball come un modo di bere i distillati in maniera più leggera: aggiungendo sodati, whisky, gin e cognac perdono purezza, ma per il palato guadagnano tremendamente in bevibilità e freschezza. Aggiungendo ginger ale o beer, di colpo una massa di liquido dal potere alcolico deflagrante si trasforma in una splendida bibita piena di gusto, ma dissetane, soprattutto in estate. Questo non significa che bere Bacardi breeze e roba simile non sia più un’usanza riprovevole, al contrario, vi esporrà al pubblico ludibrio, ma un goccio di soda o tonica non ha mai ucciso nessuno.

Quando nascono gli Highball

Fin dalla nascita dei distillati la qualità intrinseca dell’alcol distillato è sempre stato un problema. Oggi siamo abituati ad una qualità media eccellente, anche un whisky base come il Jameson è una perla rispetto a quelli distillati ai tempi del buon reverendo Elijah Craig o ancor peggio durante il Proibizionismo, quando il Moonshine illegale era paragonabile ad un premix di benzina con piombo e paraflù e spesso berlo significava morte. Oggi, per noi puristi, abituati a distillati dalla fattura impeccabile, l’idea di sporcare un single malt con della soda ci risulta insostenibile, è una bestemmia, ma ai tempi aiutava a trangugiare meglio.

Quindi come concludere questa nostra cavalcata nel mondo dei cocktail Highball? Con una piccola lista per ricordare i long drink principali, ma anche per svelarvi il segreto di pulcinella, visto che abbiamo parlato di cocktail estivi. Tutti i cocktail possono diventare long drink e diventare meno pesanti per il palato, aggiungete un goccio di acqua tonica o soda. Tonica per il Negroni; ginger ale per il Manhattan o soda per il Boulevardier, sono ottime aggiunte quando fuori ci sono 40 gradi all’ombra. Se lo fate non sarete meno virili, nessuno vi giudica. Anche se non sono proprio Highball.

Come si fanno i cocktail Highball

Riempite un bicchiere highball con del ghiaccio, versate 4 cl di distillato a scelta, come Scotch whisky, Bourbon, Rye, Calvados, Cognac, Brandy, gin, pisco o Genever e poi aggiungete 6 cl di soda o ginger beer/ale, tonica o cola. Buttate dentro uno spicchio di limone o lime siamo a cavallo.

Whisky e soda

A volte dai nostalgici anni 80 è chiamato anche Scotch and soda, ma niente paura non delude e la ricetta è facile. Mettete il ghiaccio nel bicchiere, aggiungete 4 cl di Scotch whisky e poi 6 cl di soda, lo spicchio di limone e due gocce di angostura aiutando molto. Non fatelo con un single malt, per favore, the good stuff, solo liscia, al massimo 2 cucchiai di acqua di sorgente del Drago dello Shangri-La.

Cuba Libre

Facile e veloce, il Cuba Libre non è un cocktail dolce stucchevole, sempre che non usiate quella spremuta di zucchero che è la coca cola. Ci sono molte cole potabili e meno zuccherate, quindi provate a farlo. 5 cl di rum chiaro cubano, 8 cl di cola, 1 cl di succo di lime e fetta di lime. Stirred, not shaken come non direbbe James Bond.