Inflazione in crescita, ma il carrello della spesa sorprende: perché i prezzi salgono meno del previsto?
L’inflazione in Italia si è mossa a piccoli passi nel mese di febbraio, segnando un +1,6% su base annua, rispetto all’1,5% di gennaio. L’aumento su base mensile è stato invece dello 0,2%, secondo i dati definitivi diffusi dall’Istat. Tuttavia, la stima preliminare indicava un rialzo dell’1,7%, quindi leggermente più alto rispetto al dato effettivo.
Ma la vera sorpresa riguarda il carrello della spesa, che torna a salire, ma meno del previsto. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono aumentati del 2,0% rispetto a un anno fa, in crescita rispetto al +1,7% di gennaio, ma al di sotto del 2,2% stimato inizialmente dall’Istat.
Nel frattempo, i prodotti ad alta frequenza d’acquisto – quelli che incidono maggiormente sulle spese quotidiane delle famiglie – registrano una leggera frenata: dal +2,0% di gennaio al +1,9% di febbraio. Un segnale che potrebbe indicare un parziale raffreddamento della pressione inflazionistica su questi beni.
Perché l’inflazione è salita?
L’aumento dell’indice dei prezzi al consumo (Nic) è determinato da diversi fattori:
- Costo delle materie prime: le oscillazioni nel prezzo di energia e beni primari continuano a pesare sui costi di produzione.
- Effetti della domanda: il rallentamento dell’economia europea ha smorzato l’inflazione, ma il consumo interno in alcuni settori ha tenuto alta la spinta sui prezzi.
- Politiche monetarie della BCE: con i tassi d’interesse ancora elevati, la Banca Centrale Europea ha rallentato la corsa dei prezzi, ma l’effetto non è uniforme su tutti i comparti.
Carrello della spesa: perché i prezzi salgono meno del previsto?
Se l’inflazione ha registrato un’accelerazione, l’andamento del carrello della spesa racconta una storia diversa. Il rialzo inferiore alle attese potrebbe dipendere da:
- Riduzione dei costi delle materie prime agricole, che ha permesso di contenere gli aumenti su alcuni beni di largo consumo.
- Promozioni e strategie della grande distribuzione, che in un periodo di rallentamento della domanda cercano di mantenere prezzi competitivi.
- Minore impatto delle filiere energetiche, che hanno ridotto il loro peso sulla formazione del prezzo finale di alcuni prodotti alimentari e per la casa.
Chi sta pagando di più? I settori con gli aumenti maggiori
Sebbene l’aumento generale sia limitato, alcuni settori hanno visto una crescita dei prezzi più marcata:
- Alimenti freschi: ortaggi, frutta e carne registrano rialzi più accentuati.
- Prodotti per la cura della casa e della persona: detersivi, saponi e cosmetici hanno subito aumenti sopra la media.
- Servizi legati alla ristorazione: bar e ristoranti vedono rincari più sostenuti, legati al costo della manodopera e alle materie prime.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?
L’Istat continuerà a monitorare l’andamento dei prezzi per valutare eventuali nuove pressioni inflazionistiche o segnali di stabilizzazione. Alcuni analisti prevedono che entro la metà del 2025 l’inflazione potrebbe stabilizzarsi intorno all’1,5%-1,7%, in linea con gli obiettivi della BCE. Tuttavia, eventuali shock energetici o geopolitici potrebbero rimettere pressione sui prezzi.
Nel frattempo, i consumatori dovranno continuare a prestare attenzione alle dinamiche di prezzo e sfruttare eventuali promozioni per contenere l’impatto della spesa quotidiana.
