Federal Reserve avverte: i dazi USA potrebbero alimentare l’inflazione
Alle 00:01 di sabato 5 aprile 2025, ora di Washington (le 06:01 in Italia), l’amministrazione del presidente Donald Trump ha implementato un dazio universale del 10% sulla maggior parte dei prodotti importati negli Stati Uniti. Questa misura rappresenta la prima fase di una politica tariffaria più ampia, con l’obiettivo dichiarato di riequilibrare il deficit commerciale americano e promuovere la produzione interna.
Dettagli delle misure tariffarie
Oltre al dazio universale del 10%, l’amministrazione ha annunciato tariffe specifiche più elevate per determinati paesi, basate sul disavanzo commerciale bilaterale e su altre considerazioni economiche. Ad esempio, la Cina affronta un dazio aggiuntivo del 24%, portando l’aliquota totale al 34% sulle sue esportazioni verso gli Stati Uniti. Analogamente, l’Unione Europea, il Giappone e la Corea del Sud sono soggetti a tariffe del 20% o superiori.
Eccezioni e riduzioni tariffarie
Inizialmente, territori d’oltremare francesi come La Réunion e Saint-Pierre-et-Miquelon erano stati colpiti da dazi del 37% e del 50% rispettivamente. Tuttavia, una revisione successiva ha ridotto queste tariffe al 10%, allineandole a quelle imposte ad altri territori francesi d’oltremare come Guadalupa, Martinica, Guyana francese e Mayotte.
Reazioni internazionali e impatto economico
L’introduzione di queste tariffe ha scatenato reazioni significative a livello globale. I mercati finanziari hanno subito forti turbolenze, con una perdita di 2,5 trilioni di dollari a Wall Street, riflettendo le preoccupazioni degli investitori riguardo a una possibile recessione economica. Paesi colpiti dalle nuove tariffe, tra cui la Cina e l’Unione Europea, hanno annunciato misure di ritorsione, aumentando il rischio di una guerra commerciale su larga scala.
Prospettive future
La Federal Reserve ha espresso preoccupazione per l’impatto inflazionistico delle nuove tariffe, avvertendo che potrebbero aumentare i prezzi al consumo e rallentare la crescita economica. Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha sottolineato la necessità di monitorare attentamente l’evoluzione della situazione prima di apportare modifiche alla politica monetaria.
A chi fanno male i dazi?
L’implementazione dei dazi del 10% sulle importazioni negli Stati Uniti segna un cambiamento significativo nella politica commerciale americana, con potenziali ripercussioni su scala globale. Mentre l’amministrazione Trump sostiene che queste misure rafforzeranno l’economia nazionale, le reazioni internazionali e le turbolenze nei mercati finanziari evidenziano le incertezze e i rischi associati a questa strategia protezionistica.