Farmacie a secco: oltre 1.000 medicinali introvabili in Europa, la sanità è in crisi?
L’Europa affronta un’ondata di carenze farmaceutiche senza precedenti. Secondo un’indagine del Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu), condotta in 28 Paesi tra novembre 2024 e gennaio 2025, le farmacie di tutta Europa segnalano difficoltà nell’approvvigionamento di antibiotici e farmaci cardiovascolari, con oltre 1.000 medicinali introvabili in alcune nazioni.
Un problema sempre più grave: numeri allarmanti
La carenza di farmaci in Europa non sta migliorando, anzi, in alcuni casi sta peggiorando. Ecco i dati più critici emersi dal sondaggio del Pgeu:
- Il 68% delle carenze è dovuto a interruzioni o sospensioni nella produzione
- Il 54% è legato a strategie di prezzo e politiche di gara che ostacolano la distribuzione
- Il 50% delle carenze è causato da un aumento imprevisto della domanda
Alcuni Paesi europei stanno tentando di correre ai ripari, concedendo ai farmacisti più autonomia per gestire la crisi, ad esempio modificando i dosaggi, preparando farmaci galenici o effettuando sostituzioni terapeutiche.
Quali farmaci stanno sparendo dagli scaffali?
Secondo la ricerca, i prodotti più difficili da reperire sono:
- Antibiotici essenziali, utilizzati per trattare infezioni batteriche gravi
- Farmaci per il cuore, fondamentali per chi soffre di patologie cardiovascolari
- Medicinali per il diabete e la pressione alta, indispensabili per milioni di pazienti
- Farmaci pediatrici, con particolare difficoltà nel reperire sciroppi e soluzioni per bambini
La situazione è talmente critica che in un terzo dei Paesi europei si è dovuto intervenire con leggi speciali, dando ai farmacisti maggiore flessibilità per evitare che i pazienti rimangano senza cure.
Quanto è diffusa la carenza di farmaci?
La percezione dei farmacisti è chiara:
- 21% dei Paesi segnala tra 200 e 400 farmaci mancanti
- In alcuni Stati si arriva a oltre 1.000 carenze contemporanee
- Le soluzioni per colmare i vuoti nelle forniture si stanno facendo sempre più lente e complesse
Se da un lato il numero totale di farmaci introvabili sembra leggermente calato rispetto al 2023, i tempi di ripristino delle scorte si sono allungati drammaticamente, lasciando molti pazienti senza terapie.
Cosa sta causando il blocco delle forniture?
Secondo il Pgeu, il problema principale è la sospensione della produzione. Le aziende farmaceutiche stanno tagliando la produzione di alcuni medicinali perché non più redditizi, o perché colpite da difficoltà logistiche e di approvvigionamento di materie prime.
A peggiorare la situazione, ci sono le politiche di prezzo e di gara a livello nazionale, che limitano la competitività e rallentano la distribuzione di determinati farmaci. Inoltre, l’aumento della domanda globale sta mettendo a dura prova la capacità di produzione delle case farmaceutiche.
Pazienti e farmacisti in difficoltà: chi paga il prezzo di questa crisi?
Le ripercussioni di questa carenza stanno colpendo direttamente i pazienti, che si vedono costretti a:
- Cercare alternative terapeutiche spesso meno efficaci
- Affrontare attese prolungate per le cure necessarie
- Comprare farmaci a prezzi più alti sul mercato nero o da fonti non certificate
I farmacisti, dal canto loro, sono in prima linea nel gestire il problema, ma spesso si trovano a mani legate. Senza interventi rapidi e strutturali, il rischio è quello di una crisi sanitaria su larga scala.
Quali soluzioni possibili?
Gli esperti suggeriscono diverse misure per affrontare l’emergenza:
- Aumentare la produzione di farmaci essenziali, incentivando le aziende a non abbandonare il settore
- Migliorare la logistica e le forniture di materie prime per evitare colli di bottiglia
- Creare una riserva strategica di farmaci per i casi di emergenza
- Permettere ai farmacisti di intervenire con maggiore autonomia per adattare le cure
- Regolamentare il mercato per evitare speculazioni sui prezzi e vendite illecite
Carenza di farmaci: una crisi che l’Europa può risolvere?
Con antibiotici e farmaci salvavita sempre più difficili da reperire, il problema non è più solo sanitario, ma anche politico ed economico. Senza un’azione concreta, il rischio è quello di un collasso delle cure per milioni di cittadini. La domanda è: quanto ancora dovremo aspettare prima di un intervento efficace?