Etna DOC impone nuovi limiti sulla produzione d’uva per controllare gli investimenti invasivi
L’ente vinicolo dell’Etna DOC non si è fatto abbindolare dalla promesse vane di nuovi investitori e ha dato un taglio netto al lassismo per valorizzare il proprio territorio. Infatti, ha approvato nuove misure per limitare i volumi di produzione del vino Etna DOC, progettate per mantenere e controllare i prezzi medi dell’uva e preservare l’economia vinicola della montagna siciliana, il suo ambiente e il patrimonio viticolo.
Solo il 30% delle uve raccolte da nuovi vigneti piantati dopo agosto 2021, può ora essere utilizzato per produrre vini Etna DOC. La maggior parte della prossima produzione dei nuovi vigneti dovrà essere etichettata con la denominazione generica Sicilia DOC, piuttosto che con la denominazione Etna DOC.
Eh, vabbè, che sarà mai, direte voi… E invece la risoluzione è radicale e punta a qualificare e preservare il patrimonio vinicolo, puntando sulla qualità e sull’artigianalità della produzione di vino. Annacquare un vino iconico, sontuoso e vibrante come l’Etna DOC con una produzione scialba e industriale sarebbe stato un errore madornale, la propria condanna al fallimento.
La misura di protezione arriva tra le preoccupazioni dei produttori di vino sul continuo afflusso di nuovi investitori di vigneti sull’Etna, dove l’imbottigliamento è cresciuto del 30% finora quest’anno e della stessa percentuale dal 2019 a circa 4,8 milioni di bottiglie, secondo l’Etna DOC wine board.
I produttori di vino dell’Etna vogliono garantire che l’espansione della produzione di vino, a seguito dell’aumento della domanda, non destabilizzi la loro economia e provochi la perdita di biodiversità, alberi e un aumento dell’inquinamento.
“L’ente vinicolo dell’Etna vuole controllare chi sono gli investitori. Se l’investitore vuole venire sull’Etna, è il benvenuto, ma questa misura è uno stimolo per avere un progetto serio”, ha dichiarato Federico Lombardo di Monte Iato, COO del produttore Firriato e membro del consiglio di amministrazione del vino Etna DOP.
“Arrivano gli investitori e distruggono i terrazzamenti per fare grandi vigneti, con la vendemmia meccanica. Vogliamo preservare la biodiversità, gli alberi e il panorama della montagna”, ha affermato.
Gli attuali prezzi medi per le uve autoctone dominanti dell’Etna, Carricante e Nerello Mascalese, si attestano rispettivamente a 2 € al chilo e 1,5 € al chilo, ma un calo dei prezzi potrebbe trasformare il frammentato settore vinicolo dell’Etna, il suo ambiente e il suo patrimonio vinicolo. .
“L’80% degli oltre 200 coltivatori dell’Etna possiede meno di 2 ettari. Se i prezzi dell’uva crollano, i piccoli coltivatori abbandoneranno la viticoltura “, ha affermato Lombardo di Monte Iato.
“Ciò significa che i piccoli agricoltori venderanno i vigneti a grandi aziende che vorranno sviluppare vigneti efficienti e che distruggeranno i vigneti e li ripianteranno, portando a una perdita della viticoltura tradizionale e della biodiversità”, ha spiegato.
“Stiamo cercando di trovare un sistema, il modo migliore per controllare i prezzi medi dell’uva”, ha aggiunto.
Di fronte alla crescente domanda, Firriato – un produttore biologico certificato – sta gradualmente aumentando la semina sulle pendici settentrionali dell’Etna, in modo misurato, di 8 ettari all’anno nei prossimi tre anni, senza “cambiare la forma dei terrazzamenti con muri in pietra” e di preservare la biodiversità.
L’azienda, che è uno dei cinque marchi più importanti della Sicilia, dall’inizio del secolo è stata pioniera nella rinascita dello spumante metodo tradizionale di qualità Etna Spumante, che ora rappresenta il 25% della sua produzione annuale di vino dell’Etna di circa 800.000 bottiglie.
Firriato, che produce prevalentemente vini rossi e bianchi dell’Etna, ha ampliato la sua gamma di Etna Spumante di qualità a cinque vini. Nel frattempo, sta conducendo ricerche su otto vitigni sconosciuti appartenenti a vitigni pre-fillosserici.
Queste sono le notizie che vorremmo sentire tutti i giorni. Questo è l’impegno che suscita rispetto, queste sono risoluzioni lungimiranti che guardano al presente e alla conservazione del proprio territorio, senza, però, tarpare le ali agli investimenti futuri. Tanto di cappello ai vignaioli dell’Etna DOC che non vogliono rinunciare alla propri terra né tradizione. Respect.