Fattoria Zerbina
Maria Cristina Geminiani è una perfezionista. Il suo nome e quello della Fattoria Zerbina in Romagna significano qualità portata all’estremo, senza compromessi. Per anni è stata il faro dei vignaioli della Romagna e se oggi molti fanno Vino, lo si deve alla Dama di Marzeno.
Basta soltanto fare una passeggiata nei suoi vigneti a Marzeno, nei colli sopra Faenza, per rendersene conto: una selva di piccoli alberelli, un’antica forma di allevamento usata per ottenere piante minute e fitte che danno rese basse, bassissime, ma di altissimo ceto. Ogni pianta è curata con amore, tutto è fatto rigorosamente a mano: è impressionante il colpo d’occhio che creano queste vigne-bonsai.
Le rese sono basse, si diceva, quasi a rasentare la follia: un paio di grappoli per pianta. E questo è solo il Sangiovese, non parliamo dell’Albana, che in queste colline ha trovato condizioni eccellenti e del tutto particolari.
Il fiume Marzeno rilascia umidità nei mesi autunnali, e le vigne circondate dalla nebbia sviluppano botrytis cinerea, trasformando i grappoli in piccoli tesori che vengono raccolti, acino per acino, durante una vendemmia certosina che si protrae per mesi.
I terreni sono composti prevalentemente da argilla e limo con alcune vene di gesso e calcare, come succede spesso, mano a mano che ci si avvicina agli Appennini. La produzione è varia, abbiamo bottiglie formalmente molto eleganti, caratterizzate da uno stile austero e un’acidità sempre vibrante, con poche concessioni ai vitigni internazionali e un legno usato magistralmente per esaltare, non coprire la tipicità del vino.
Albana di Romagna Passito Scaccomatto
Un grandissimo vino botritizzato. Complesso e floreale al naso, che parte lentamente per aprirsi in un crescendo emozionante. Il bouquet diventa sempre più caramellato, aggiungendo strati di frutta secca e spezie orientali. Marmellata di fichi, albicocche sotto spirito, poi ecco una ventata marina di iodio, erbe medicinali, ancora la muffa che torna e seduce, zenzero tuffato nel miele, ginestre appassite, zafferano e nel finale, pulitissimo, vira verso le bucce caramellate di mandarino, leggermente scottati. Potremmo andare avanti per ora a parlare—delirare—di questo vino. In bocca è altrettanto scorrevole e persistente, sontuoso, ma a sdrammatizzare ci pensa una sottile inquietudine acida/salata che rende il vino egregio. Il sogno di ogni formaggio erborinato, oppure da abbinare alle più feroci e paffute cheese cake con glassa di caramello, arancio e cannella.
Ceregio, Sangiovese di Romagna Superiore
Semplice e compatto, molto scorrevole: un buon Sangiovese con un corpo guizzante, dove la freschezza dei frutti di bosco spinge a finire la bottiglia senza il minimo tentennamento. Un rosso da abbinare ad una classica tagliatella ai porcini.
Torre di Ceparano, Sangiovese di Romagna Superiore, Riserva
Iniziamo a fare sul serio. Rispetto al Ceregio aumenta il corpo, il frutto si fa più spesso e si sente una maggiore concentrazione rifinita dalla barrique, che rilascia una speziatura gentile. Un Sangiovese strutturato, con sentori balsamici, dove rabarbaro, viole, felce e toni erbacei scorrono accompagnati da una sapidità penetrante. Il tannino è deciso, sfuma in un nitido finale di liquirizia. Ancora qualche anno e sarà perfetto. Il 2007, ancora disponibile, è più rotondo. Un rosso tagliente da abbinare a valanghe di costolette con salsa da barbecue Kansas city.
Marzeno
Continuiamo il viaggio nel tannino, si infittisce sempre di più, mano a mano che ci addentriamo in questa foresta si intensificano i profumi del sottobosco uniti a sbuffi di tabacco: foglie d’autunno, gelso, humus, terra bagnata, muschio, pietra bagnata con un’intrigante nota piccante che rende il carico fruttato—prugne cotte, mirtilli sotto spirito e amarene caramellate—molto complesso e pieno, ma estremamente appagante. Un vino che giudicare adesso sarebbe riduttivo, considerati i dieci anni di evoluzione che ha davanti a sé. Un vino adatto a piatti di selvaggina, ma splendido anche con vitello tonnato, pollo al curry, hamburger, filetto alla Wellington.
Riserva Marzeno Pietramora, Sangiovese di Romagna Superiore
L’apice della produzione della Fattoria Zerbina e ovviamente è un Sangiovese in purezza. Un purosangue che non si nasconde, anzi va fiero della propria ombrosa eleganza. Tutta la finezza del Sangiovese seduce non appena si avvicina il naso al bicchiere: è tagliente, pieno di more, con amarene sciroppate, mirtilli e gocce di confettura di prugna che scivolano su petali di viola e peonia, ma il tutto è declinato con austerità. La struttura è imponente, servono un paio d’ore nel bicchiere perché si apra in tutto il suo fascino erbaceo-terroso con rimandi di tè e selce. Al palato è caldo, ribelle, tannico, esuberante, ma rispettoso dei canoni del Sangiovese, con quella splendida nota pepata che si ferma nel centro della lingua: non è il turbine di pepe dello Syrah che ti riempie tutta la bocca ruggendo, è più una sensazione tattile che si arriccia e poi sfuma lentamente nel tannino addolcito da cioccolato e moca. Per giocare con le note amare abbinate un petto d’anatra con salsa al cacao oppure un classico della cucina cantonese: costolette con salsa di fagioli Neri.
Romagna Albana secco bianco di Ceparano
Un’Albana molto succosa, ricca, morbida e con il giusto piglio: fiori gialli, pesche, un tocco di mandorle e miele, acacia, un ricordo di magnolia. Tutto è sorretto da un’acidità a base di cedro che mantiene il vino vivace, adattissimo ad una tempura di gamberoni oppure zuppa di tofu.
Per visitare la cantina Fattoria Zerbina, chiedere informazioni, prezzi oppure comprare i vini, contattare Elena Cecchi.
Email: [email protected]
Telefono: 0546 40222
Come raggiungere la Fattoria Zerbina: via Vicchio, 11, Marzeno, Faenza 48018, Ravenna
Ettari: 29
Bottiglie: 220000
Enologo: Maria Cristina Gemignani