Villa Bucci Verdicchio Riserva 2017: un glorioso vino bianco
Il Villa Bucci Riserva 2017 è un Verdicchio evoluto e complesso, sciropposo e roccioso, tutto giocato sulla profondità e sui contrasti. Non è un vino tutto succo e beverino, ma un colosso che con gli anni sta evolvendo magnificamente, virando ad un terziario minerale e decadente splendido, dove i toni nutty di frutta secca dominano e danno un tocco malinconico al vino.
Questo non significa che sia un vino difficile, scontroso e fruibile solo da sommelier con tastevin, cilindro, bombetta e monocolo, anzi tutto il contrario.
Grazie alla sua immaginifica carica aromatica risulta grande e fascinoso in maniera plateale. È buono e basta, non serve altro a questo vino. Certo, è solo all’inizio della trasformazione da vinoso ed etereo e terziario, ma è un passaggio naturale e si muove saltellando con grazia.
Gli strati di sapore si avvicendano senza sosta, passa dal tropicale al roccioso, sa di mare e terra, di miele, rosmarino e zenzero, ma il tutto è tenuto insieme da finezza e credibilità.
Ti ammalia, ti seduce e nonostante abbia struttura e alcol in abbondanza ha un passo inarrestabile e non risulta mai introverso. Basta soltanto servirlo alla temperatura adeguata, non meno di 16 gradi, e lasciarlo respirare per un paio di ore.
Come viene prodotto
Le uve provengono da vigne di Verdicchio vecchie, tra i 40 e 50 anni. Gestione biologica della vigna. Pressatura e fermentazione in acciaio, poi affinamento di 18 mesi in botti di rovere di Slavonia da 50 e 70 ettolitri. Affinamento ulteriore di 1 anno in bottiglia e poi è commercializzato.
Caratteristiche organolettiche
Colore giallo paglierino tipo doblone consunto da tesoro da pirata della Malesia. Il bouquet è dirompente, ficcante e severo: apre marino e con uno stuolo di mille erbe aromatiche punteggiano un quadro aromatico pazzesco, ma non esplosivo.
Frutto caldo con crostata di mandorle e limone immerse in brodo di marzapane cotto a bassa temperatura con legno di cedro libanese tagliato con motosega durante Samhain di gruppo.
Il legno è ancora ingombrante, ma con il tempo verrà domato e integrato nell’evoluzione del vino. Miele, cera d’api e profumi ossidativi di nocciole in un pomeriggio d’autunno.
Al palato è forte, sapido e dal ritmo vigoroso, anche se si lascia andare alla rotondità, all’arabesco maturo e compiaciuto. La parte verde è abbastanza sviluppata e aggiunge una nota piacevole di severità.
Prezzo
43-44 euro: un prezzo accettabile per un vino bianco che ha fatto la storia e che ormai ha trovato una cifra e un solco stilistico non originalissimo, ma sempre stupefacente.