Ramandolo di Dario Coos: il vino botritizzato da dessert che tutti vorrebbero trovare sotto l’albero di Natale
Bere il Ramandolo di Dario Coos è come ascoltare il canto del nono cerchio dei Serafini del Paradiso: è un vino mistico, di una dolcezza incantevole, vellutato, complesso, pindarico, ma dotato di una forza, di una precisione e di una acidità stupefacenti.
Dire che solo un vino dolce è riduttivo, è una sinfonia, un inno alla bellezza del Friuli e delle sue splendide colline.
Perché il Ramandolo nasce solo qui, in condizioni particolarissime, grazie ad un microclima umido e nebbioso che favorisce l’insorgere della muffa nobile. E questa muffa cosa fa? Concentra gli zuccheri, disidrata i grappoli, di Verduzzo Friulano, che in questo modo perdono quasi tutti i liquidi e alla fine di va a pressare praticamente uva con poche gocce di succo.
Ma da questo succo nasce un nettare divino, un vino caldo, avvolgente, speziato, che profuma di erbe alpine, fiori gialli ed erbe, un profumo medicinale inconfondibile per gli appassionati di vini dolci muffati, come il grande Sauternes.
Se state cercando un vino dolce da abbinare al panettone, per fare un regalo molto sentito o da bere a fine pasto per un walzer di dolcezza lo avete trovato.
La produzione del Ramandolo di Dario Coos è strabiliante, capirete perché questo vino è così buono, così screziato, così pirotecnico e affascinante.
I grappoli si lasciano appassire sulla pianta e poi si aspetta la botrytis, quando ormai i grappoli sono completamente disidratati si vendemmia, a più riprese, scegliendo solo i grappoli migliori e quelli già pronti di volta in volta. Il processo è lungo e faticoso.
Le uve vengono pressate e fatte fermentare in barriques di secondo, terzo passaggio. Il vino deve riposare, non prendere i sapori del legno.
Dopo 2 anni di affinamento viene imbottigliato e da qui in poi può sfidare i decenni. Nasce come vino dolce, un passito, ma i toni sono già molto evoluti e maturi. Lo potrete servire come vino dolce da fine pasto, come vino prezioso per esaltare le terrine di coniglio o i formaggi erborinati o ancora meglio stagionati come Stilton, lo potrete servire come vino da panettone o da abbinare a mille dolci e cioccolato bianco.
Insomma non esiste un motivo al mondo per cui non dovrete provare il Ramandolo di Dario Coos, uno dei vini dolci italiani più strabilianti che ci siano sul mercato.
Passiamo al commento.
Il bouquet del Ramandolo di Dario Coos
È un naso complesso, pieno, vellutato, sontuoso, ma che si muove con eleganza e precisione. Frutta secca, datteri, zafferano, cannella, erba alpine, miele, fiori gialli appassiti, richiami suggestivi di crema e nocciole si intrecciano ai profumi meravigliosi della muffa. Ed è la muffa ad impreziosire con arabeschi aromatici pazzeschi un naso già di per sé molto intrigante. La profondità è ottima, come la varietà e la sinuosità, non vi stancherete, non sentirete solo le albicocche secche, ma mille profumi che sonnecchiano nel bicchiere.
Il sapore del Ramandolo di Dario Coos
In bocca tutta questa ricchezza si presenta compatta, ben delineata, immersa nello zucchero, ma sospinta da ottima acidità. Questo è un grande, anzi grandissimo vino perché è ancora vivo e guizzante, ha ritmo, non si siede mai, non un attimo di compiacimento: scorre sul palato grasso, ma con molto naturalezza. La profondità è stupefacente, lo spessore pure, la dolcezza è carezzevole, la persistenza eccellente e l’armonia generale è già messa a punto meravigliosamente. Siamo troppo entusiasti? Assolutamente no, quando si trova un vino come questo bisogna prima di tutto berlo e poi berlo, farlo conoscere, perché è un vino simbolo di un territorio e di una folle tradizione friulana di fare vini immortali. Oggi come oggi è cremoso e caldo, ma con gli anni svilupperà toni più austeri e maturi.
Prezzo del Ramandolo di Dario Coos
20-25 euro, praticamente regalato.