Catarratto 2017 Barracco: la recensione di un vino bianco naturale siciliano di infinita bontà
Il Catarratto 2017 della cantina Barracco è un vino solare che ti mette voglia di non solo di bere, ma anche di esplorare le bellezze della Sicilia.
È un vino che contiene sicilianità in ogni sua più piccola fibra. È un vino dal respiro ampio, agrumato, strutturato e avvolgente, ma anche pieno di profumi balsamici e marini.
Tuttavia, non si ferma al compitino, ai colori-profumi-sapori gialli. In sottofondo si percepiscono delle note malinconiche marsalate, quasi decadenti, cereali e torba. Note mature e melodiose, complesse. Proprio come la Sicilia: ti affascina con quella sua maestosità così bella e nobile, legata ad un passato glorioso, ma ancora così viva.
Ancora una volta pensate a qualcosa di grandioso come la Valle dei Templi o il Tempio di Segesta. La fortuna di abitare (e fare vino) in Sicilia è che la storia è in realtà il tuo presente. La bellezza ti circonda e vive con te, non è solo patrimonio artistico.
E questo vino ha la stessa grandiosità, ma non nel senso che vuole strafare o essere sontuoso. È quasi una caratteristica connaturata al suo essere siciliano.
E se ci pensate vale anche per tutta la cucina siciliana e ogni suo prodotto. Il Caciocavallo non è solo un formaggio, ma un viaggio stellare per le papille gustative. L’intensità dei piatti di pesce, le arancine, i cannoli, i pistacchi. Tutto in Sicilia ti lascia a bocca aperta, ha un sapore che ti trascina e ti prende a schiaffi per risvegliarti e ti parla di una terra ricca e generosa.
Anche se è nei vini che questa magniloquenza è palese. Pensate a quanto possono essere gloriosi i Marsala o i vini dell’Etna, a quanto mare e sole e balsamicità possa contenere un Frappato o quanto possa essere complesso il Catarratto.
Sono come una sintesi di un’isola intera, un mondo a parte.
E questo nobile vitigno è davvero grande quando è prodotto da un vero vignaiolo, in maniera naturale e sincera, senza limitare il potenziale, lo spessore, la vitalità e anche la furia del vino stesso. Fin troppo spesso il Catarratto è stato mortificato da flebili e asettiche produzioni industriali che hanno relegato nello stereotipo del vino salato e solare, castrando la sua splendida natura ossidativa. Certo non è un vino immediato e facilissimo da bere al primo impatto, la complessità è immersiva e immaginifica, ma non per questo è un vino introverso. Va contestualizzato.
Caratteristiche organolettiche
Il bouquet è splendido e screziato, di grande intensità. Ci trovate tutto: dagli agrumi ai cereali, dal richiamo carnoso della ginestra passate allo iodio. I toni balsamici e resinosi non mancano. Tutto è scandito con precisione chirurgica ed eleganza, senza forzature. Profondità oceanica.
Al palato è strutturato, con un filo di tannino, rinfrescato da un’acidità non intensissima, ma accettabile. Quello che rende vario e dinamico il sorso è il sale. Non proprio minerale, è più una sensazione tattile marina. La morbidezza di fondo è buona e dà equilibrio. Nel complesso è un vino pieno, ma mai massiccio, anzi è tutto giocato sulle sfumature.
Il potenziale di invecchiamento è infinito. Per ora domina una certa ruvidezza, tuttavia questa concentrazione è in via di trasformazione e permetterà al vino di invecchiare serenamente. Anche per 20 anni.
Con questo vino riuscirete a capire il vero potenziale del Catarratto siciliano. Quanto possa essere roccioso e profondo, fino a che vette possa spingersi una viticoltura fin troppo spesso dominata da una tipologia bolsa e stracotta di vini bidimensionali. Ma i tempi sono maturi per il Rinascimento siciliano, i giovani vignaioli con tanto da dire non mancano. Basta solo scoprirli.
Prezzo
18-20 euro. Un prezzo adeguato.