Barolo chinato Cappellano: recensione, scheda tecnica
Quando ci si appresta a stappare una bottiglia di Barolo chinato Cappellano lo si fa sempre con rispetto e trepidazione, visto che la leggenda vuole che sia stato il farmacista Giuseppe Cappellano, nel 1870, a preparare il primo Barolo chinato mai prodotto nella storia dei vini aromatizzati. E ogni volta l’esperienza è sempre positiva, difficile trovare un Barolo chinato più elegante e ligio alla tradizione, tanto che le nuove generazioni Cappellano portano avanti questo rito, riproponendo la ricetta storica del loro avo con religiosa puntigliosità.
Come viene prodotto il Barolo chinato Cappellano
E a proposito di ricetta atavica, diciamo subito che questo vino aromatizzato è prodotto con grande rispetto per il Barolo, i profumi che emergono sono netti, puliti e non coprono quelli del vitigno, anzi li esaltano mettendo in risalto la componente terrosa ed eterea del Nebbiolo. Si parte ovviamente da un base di vino Barolo DOCG di Serralunga, a cui si aggiungono zucchero e un infuso di alcol in cui hanno macerato le quattro droghe originali usate per la prima produzione di Barolo chinato, ossia china calissaia, rabarbaro, cardamomo e genzianella. Dopo l’assemblaggio, il vino riposa per un anno in legno di rovere per trovare equilibrio e rotondità, una scelta da premiare, perché il vino trova in questo modo una piacevolezza e una concentrazione notevoli.
Il bouquet del Barolo chinato Cappellano
Naso elegantissimo, balsamico, giocato su un chiaro scuro che alterna china e rabarbaro e toni più freschi, fruttati, leggiadri con ritorni pungenti di pepe ed erbe aromatiche. Nel complesso è denso, ma ben calibrato, il legno ha aggiunto un corredo speziato delicato che fa da cornice senza coprire la grazia eterea del Nebbiolo, che è libero di spiccare il volo per un’evoluzione terziaria favolosa. I profumi sono già tutti lì: catrame, liquirizia, anice, cioccolato, cannella e mille erbe e fiori alpini. Pur essendo molto ricco e sontuoso, è declinato con austerità e senza scadere mai nel ridondante o nella stilizzazione da legno più banale.
Il sapore del Barolo chinato Cappellano
Al palato è prima di tutto un Barolo e poi arriva la china: per fortuna, la sensibilità dietro al processo produttivo di questo grande vino aromatizzato è ferma, ma dotata di sensibilità, che ha dosato con cura ogni ingrediente per farli dialogare, evitando prepotenze e contrasti. Frutto pungente che sa di sottobosco, tannini vigorosi, ma di grana fine, addolciti appena dalla zucchero, insomma nell’insieme è un vino compatto e dotato di progressione, nonostante i sapori e le suggestioni siano molte e partano in mille direzioni. La dolcezza è al servizio delle spezie, dosata con parsimonia, il gusto dominante è quello delle radici, quindi non aspettatevi un vino vellutato. Struttura complessa e ampia, sviluppo dinamico, finale erbaceo molto appagante con ritorni di frutta sotto spirito.
Prezzo del Barolo chinato Cappellano
35-42 euro: un prezzo di certo non popolare, ma riflette la qualità di un grande vino aromatizzato, di quello che prima di tutto è grande Barolo artigianale, fatto alla maniera tradizionale, con lieviti autoctoni e botte grande. Pagare la qualità è un dovere, soprattutto quando si tratta di prodotti di nicchia, di taglio sartoriale, prodotti in tirature limitatissime.
Abbinamenti consigliati per il Barolo chinato Cappellano
Con il cioccolato extra fondente trova un abbinamento perfetto per via del gioco amaro-dolce, ma è da provare anche con dolci al cucchiaio, zuppa inglese, cantucci e formaggi erborinati.