Valtellina Superiore: il vino rosso della Lombardia
Racchiusa fra le sinuose curve alpine della Lombardia, nel cuore delle Alpi Retiche, si annida una gemma vinicola di prim’ordine, un tesoro patrimonio dell’enologia italiana: il Valtellina Superiore.
Un viaggio attraverso la storia
Vestiga di un’antica tradizione vitivinicola, il Valtellina Superiore si tinge dei colori del tempo, testimoniando un legame indissolubile tra l’uomo e la natura. Le viti di Nebbiolo, qui chiamate “Chiavennasca“, attecchiscono su terrazze create a mano secoli fa, vere e proprie opere d’arte paesaggistica, riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Le prime tracce di produzione vinicola nella Valtellina risalgono addirittura all’epoca romana, ma è nel Medioevo che questa area si afferma come produttrice di eccellenza, grazie all’interesse dei monaci benedettini e all’opera dei Grigioni.
Tipologie di Valtellina Superiore
Esistono cinque sottozone di produzione, ognuna con caratteristiche peculiari, capaci di infondere nel vino sfumature e dettagli unici. Queste sottozone sono: Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella.
Caratteristiche del Valtellina Superiore: un confronto tra sottozone
Il Valtellina Superiore, nel suo insieme, è un vino che esprime una complessità aromatica inconfondibile, con profumi di viola e ribes rosso, note speziate e, in alcune annate, tracce minerali. Al palato è elegante, armonioso, con tannini ben strutturati e un retrogusto persistente.
Tuttavia, osservando le specificità delle cinque sottozone – Maroggia, Sassella, Grumello, Inferno e Valgella – emerge una sorprendente varietà di sfumature.
Maroggia è la sottozona più a ovest, e produce vini con una struttura solida e un bel carattere fruttato. I vini di Maroggia sono conosciuti per la loro freschezza e vivacità, grazie alla presenza di note agrumate e floreali.
Proseguendo verso est, incontriamo Sassella, forse la sottozona più famosa. I vini qui prodotti sono profondi, con un bouquet ampio che spazia dal fruttato al floreale, fino a tocchi di spezie dolci. Al palato, il Sassella si presenta elegante e armonioso, con una trama tannica ben definita e un finale lungo e persistente.
Grumello è la sottozona immediatamente a est di Sassella. Questi vini sono generalmente più leggeri e delicati rispetto ai loro vicini, con un profilo aromatizzato che si sposta verso il floreale e frutta rossa.
Inferno, a sua volta, si contraddistingue per la sua forza e la sua intensità, dovute in gran parte alla particolare composizione del terreno, povero e sassoso, e alla pendenza dei vigneti, che favoriscono un’ottima maturazione delle uve. I vini di questa sottozona sono pieni, ricchi e potenti, con note di frutta rossa matura e spezie.
Infine, Valgella è la sottozona più a est e produce vini caratterizzati da una particolare eleganza e finezza. Le note floreali e fruttate sono accompagnate da un leggero sentore di mandorla e un finale piacevolmente amarognolo.
Come è fatto
Il Valtellina Superiore si produce esclusivamente con uve Nebbiolo, la varietà che ha reso famosa la regione del Piemonte. In Valtellina, però, quest’uva trova condizioni pedoclimatiche uniche, esprimendo così profili aromatici distintivi.
Dopo una vendemmia manuale, segue una fermentazione in acciaio, per poi passare all’affinamento in legno. Si richiede un invecchiamento minimo di 24 mesi, di cui almeno 12 in botti di legno.
Valori Nutrizionali (per 100g)
Valori nutrizionali | Quantità |
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Calorie | 83 |
Grassi totali | 0g |
Colesterolo | 0mg |
Sodio | 7mg |
Carboidrati | 2.6g |
Zuccheri | 0.6g |
Proteine | 0.1g |
Nel calice: l’abbinamento perfetto
Per far cantare al meglio le note di un Valtellina Superiore, si consiglia di abbinarlo a piatti di carne rossa, cacciagione, formaggi stagionati, Bitto, Asiago di alpeggio, Fontina, Parmigiano Reggiano stagionato, Brie e, ovviamente, i mitici piatti tipici della cucina valtellinese, tra cui spiccano i leggendari pizzoccheri.