Pigato: vino, vitigno, caratteristiche, storia
Il Pigato è il vitigno a bacca bianca che domina nel territorio di Albenga e Imperia, il classico vino ligure pieno di profumi, erbe aromatiche e sapidità siderale. Non a caso è uno dei vini bianchi più adatti per accompagnare piatti a base di pesce, ma soprattutto un grande classico della Liguria come la pasta al pesto.
Con questo non vogliamo mortificare il Pigato presentandolo solo come vino da abbinamento, anzi tutto il contrario: è uno dei vini bianchi italiani più affascinanti, intensi, eleganti, territoriali, longevi, ma anche in ascesa.
Differenze tra Pigato e Vermentino
Ma come, ma alla fin fine il Pigato non è soltanto un clone del Vermentino? È vero, a livello genetico i due vitigni sono molto simili, tuttavia alcune differenze ci sono. Il Pigato trova il suo habitat naturale ad altitudini più elevate, almeno 300 metri, rispetto al Vermentino, il quale invece affonda le radici a ridosso del mare, negli splendidi terrazzamenti a strapiombo sul male. Entrambi sono salati e acidi come rasoi, ma ricchi e dotati di polpa gialla a non finire, tuttavia il Pigato è leggermente meno denso e tende più alle erbe aromatiche, grazie ad un leggera escursione termica e alla maggior altitudine.
Il bouquet del vino Pigato
È un vino tagliente, ma ricco, ampio nello spettro aromatico fruttato con classica frutta gialla e albicocche, note minerali, fiori a profusione, toni balsamici di liquirizia e poi tutta una serie di rosmarino, timo, basilico, macchia mediterranea, pino, resina e rocce. Il tono è spigliato e dinamico, non è un flaccido, tuttavia è abbastanza maturo, il frutto è sempre rotondo, di certo non è un vino magro o esile. Volendo sintetizzare
Il sapore del vino Pigato
Al palato si infrange con una marea sapida e acida dal sapore di agrumi, ci sono tutti. Il fraseggio tra acidità e mineralità è fitto, una trama rocciosa tessuta con lo scalpello tra cui si intrufolano miele e mandorle tostate. La struttura del Pigato è buona, come il Vermentino è caldo e ampio, con una finale splendido di macchia mediterranea, fiori, sale e la classica mandorla.
Orange Pigato is the new black
Tutte queste caratteristiche, la buona acidità e la ricchezza delle bucce lo rendono un candidato ideale per ambire al rango di orange wine, in stile Pinot Grigio e Ribolla di Oslavia. Ma diamo al Pigato quel che è del Pigato: questo è da sempre stato un orange wine, da sempre i contadini lo producevano con una lunga macerazione sulle bucce. Ed è stata l’esplosione turistica e la richiesta di vini più semplici e stilizzati a far virare la produzione verso i vini gialli paglierini tutto limone e pesca. Con molto piacere oggi assistiamo alla rinascita di questo tipo di vino, che non è certo rustico, anzi la profondità aromatica e la stoffa di alcuni Vermentini/Pigati nati da lunghe macerazioni è strepitosa. Un vino da provare per capire e assaggiare le potenzialità del Pigato macerato è il Ponte di Toi di Stefano Legnani, vero e proprio maestro che ha intrapreso la strada del sutra del Pigato verso l’illuminazione.
Storia del vitigno Pigato
Come abbiamo detto è un clone di Vermentino che ha sviluppato caratteristiche leggermente diverse, adattandosi a territori differenti. Il nome Pigato sembra che derivi da pigau, che tradotto dal genovese sarebbe macchiato, visto che gli acini quando sono ben maturi sviluppano una pigmentazione a macchie tipo leopardo rugginoso. In ogni caso, l’origine del vitigno è greca, delle Tessaglia, e come molti vitigni è giunto in Italia con i primi coloni.
Zona di produzione del Pigato: il re della Riviera di Ponente ligure
Si spartisce il territorio della Riviera di Ponente con Vermentino, anche se come abbiamo detto, ama le prime colline dell’entroterra e quindi non è proprio un vino da spiaggia. Le zone dove trova condizioni ideali sono le colline dell’entroterra di Albenga e Imperia.
Pigato in abbinamento con il cibo
È un vino nato per esaltare la cucina ligure di mare: con la sua bella struttura e tutto quel sale è perfetto per abbinamenti con pesce alla griglia, risotto alla marinara, cappon magro, crostacei, ma anche focaccia di Recco, pasta al pesto e piatti con erbe aromatiche e nocciole, carni bianche, pollo al curry e ovviamente tutta la cucina Thailandese.