Moscato d’Asti: vino, vitigno, abbinamenti
Oggi parleremo ancora di Moscato d’Asti, un vino dolce come il miele, delicato, poco alcolico, perfetto da bere come vino da meditazione o per accompagnare grandi dolci italiani.
Abbiamo già parlato ampiamente del Moscato come vitigno e se siete interessati alla sua storia o ad approfondimenti più tecnici, vi rimandiamo alla pagina del Moscato Bianco.
Ma quella del Moscato è una famiglia molto ampia, ce ne sono molti e ogni zona ha dato ospitalità ad un clone particolare di Moscato. Ma oggi ci concentreremo sul Moscato d’Asti DOCG, la versione più pregiata, ricca, ma anche più artigianale e lasceremo da parti l’Asti Spumante, un colosso industriale prodotto in grandi quantità, tanto che è tra gli spumanti più venduti al mondo.
Caratteristiche organolettiche del Moscato d’Asti
Il Moscato d’Asti è tutto il contrario: è figlio della cura, dell’artigianalità e di piccoli vigneti che sono stati consacrati a questo mitico vitigno. In Piemonte il Moscato d’Asti è un vino leggerissimo, che può essere sia fermo che leggermente frizzante, con una gradazione ridotta ad un intervallo tra i 4,5 e i 6,5 gradi. Esatto è un succo di frutta appena fermentato, un nettare dolce e vellutato, ma ancora fresco, affilato, sempre pronto a stupirti con profumi fantasmagorici, floreali, fruttati, di muschio, menta, miele e frutta secca.
Quando lo bevete il Moscato d’Asti è dolce, ma mai troppo stilizzato, si muove con naturalezza, è spigliato, beverino, ben disegnato, ma mai ingabbiato in una cifra stilistica come è purtroppo l’Asti spumante.
Storia del Moscato d’Asti
Molti ritengono che Plinio il Vecchio si riferisse al Moscato quando parlava dell’Uva Apiana, tanto dolce e profumata che faceva impazzire le api. Altri pensano che sia stato portato in Europa Medio Oriente, portato dai crociati mentre ritornavano dalle Crociate. Molto più semplicemente il Moscato è un vitigno greco, presente a Samos fin dai tempi di Achille e la sua gang di warriors.
Differenze tra Moscato d’Asti e Asti Spumante
Fare il paragone è impietoso e anche scorretto: sono due prodotti completamente diversi, agli antipodi, soprattutto a livello di lavorazione. L’Asti Spumante è uno spumante dolce prodotto con il metodo Martinotti, o Charmat, quindi il mosto viene vinificato in grandi cisterne con aggiunta di lieviti e poi è aggiunta la presa di spuma. Il risultato è un vino dolce molto rigido nel suo assetto aromatico, impostato, certo profumatissimo, ma non molto naturale come espressività. Il Moscato d’Asti può essere prodotto con metodo Martinotti, ma spesso è prodotto con fermentazione naturale in autoclave e senza l’aggiunta di lieviti selezionati.
Il costo tra i due vini è un’altra grande differenza ed è comunque giustificato. L’Asti Spumante costa anche 3 euro al discount, ma spendendo solo 6-7 euro potete comprare spumanti discreti. Il Moscato d’Asti è un vino semplice, ma il di natura artigianale, spesso è prodotto dal raccolto di piccoli vigneti estremamente vocati, con rese basse per non annacquare i sapori e per questo ha un prezzo molto più alto. Un buon Moscato d’Asti costa almeno 10-15 euro per arrivare fino ai 45 euro del Moscato d’Asti Vite Vecchia di Alessandro Boido, un vino prodotto da vigne di oltre 60 anni di età e che riposa per almeno 3 anni in bottiglia prima di essere messa in commercio.
Grado alcolico di Moscato d’Asti e Asti Spumante
Il grado alcolico è leggermente diverso: il Moscato è alcolico come una birra, tra i 4,5 e i 6,5 abbiamo già detto, mentre l’Asti spumante ha una gradazione compresa tra i 7 e i 9,5.
Altra differenza sostanziale è che l’Asti è sempre frizzante, è uno spumante, mentre il Moscato d’Asti non lo è necessariamente. Quest’ultimo poi è prodotto con una fermentazione solo parziale del mosto e quindi è per questo che è più dolce e meno alcolico. Meno zucchero si trasforma in alcol.
Zone di produzione del Moscato d’Asti
Questo delizioso vino dolce è prodotto in tutta la provincia di Asti, ma anche in alcuni comuni di Cuneo ed Alessandria. La sua zona elettiva, dove trova condizioni eccellenti sono Castiglione Tinella, Mango e Santo Stefano Belbo.
Abbinamenti consigliati per il Moscato d’Asti
Attenzione a non schiacciare la sua delicatezza con dolci troppo zuccherini, grassi o pannosi. Il classico abbinamento è con torta di mele, panettone, pandoro, panna cotta, ma non esagerate: ricordate che stiamo parlando di un vino dolce, non sempre frizzante, dotato di una gradazione di massimo 6 gradi. Certo l’acidità è buona, aiuta a tagliare anche la crema del Tiramisù.
Ma la dolcezza del Moscato d’Asti è perfetta anche per abbinamenti con cibi salati, formaggi stagionati o erborinati come Gorgonzola o Stilton. Da provare anche con terrina di coniglio, crostini di fegato toscano o gelatine di carne.
I migliori Moscato d’Asti
Fare un classifica non ha molto senso, i prodotti mediamente sono buoni, con punte di eccellenza per chi lavora in maniera artigianale, ha individuato piccolo cru molto vocati e ha la fortuna (lungimiranza) di vinificare uve d vigne vecchie. E visto che parliamo di vini artigianali, partiamo con il vino più carismatico, ma anche costoso: il Moscato d’Asti “Vite Vecchia” Ca’ d’Gal. Un nettare proveniente da vigne vecchie di 60 anni, che riposa poi per 3 anni in bottiglia, un periodo di tempo folle per un Moscato, ma non per questo grande vino, che riesce a maturare trovando uno sviluppo aromatico incredibile, mille volti e suggestioni, equilibrio e una certa cremosità. 45 euro sono tanti, ma se volete versare il paradiso in una coppa provate questo nettare. Ovvio che stiamo parlando di un vino prezioso, ma non temete, sempre dalla stessa cantina il Moscato d’Asti Sant’Ilario è splendido, un pelo più rigido, ma il prezzo è molto diverso 18 euro e si spendono volentieri.
Venduti tra i 9 e 18 euro
Tutti i vini che seguiranno sono di buon livello, ben fatti ed espressivi, ma soprattutto venduti in un range di prezzo molto onesto, si parte dai 9-10 e si arriva al massimo a 16-18. Molto buono e pulito, quasi terso per un vino dolce il Moscato d’Asti I Vignaioli di Santo Stefano; roccioso e vellutato il Moscato d’Asti di Paolo Saracco; sempre una sicurezza il Moscato d’Asti Massolino molto agrumato e misurato nella carica aromatica. Da provare il Su Reimond di Valter Bera, molto fruttato e goloso; ottimo per il rapporto qualità-prezzo il Moscato d’Asti Nivole di Chiarlo; profumatissimo, super fruttato e con un fascino quasi tropicale il Moscato d’Asti Sourgal della cantina Elio Perrone, sempre preciso e affabile il Moscato della cantina Luigi Einaudi e poi chiudiamo con un vino gustoso, delicato, con il giusto equilibrio tra acidità e dolcezza: il Moscato d’Asti Canelli Mongioia.