Biancolella: vino, vitigno e caratteristiche organolettiche
Il Biancolella è il vitigno a bacca bianca tipico dell’isola di Ischia, di Procida, Capri e di tutta la costa amalfitana, dove è coltivato da secoli, tanto che alcuni pensano che sia uno dei vitigni portati dai greci che fondarono le prime colonie in Magna Grecia.
Non ci sono testimonianze o prove a supporto di questa tesi, tuttavia è innegabile che il vitigno Biancolella sia il campione indiscusso di tutta la costiera, ma soprattutto di Ischia, dove viene prodotto un vino incredibilmente elegante e profondo. Ma non solo grazie alle doti di eleganza di questo vitigno, infatti il merito è dei terreni di origine vulcanica dell’isola di Ischia, che si sono creati nei millenni, strato dopo strato, eruzione dopo eruzione.
Ma cosa ha di così particolare il vino Biancolella e perché dovreste berlo, senza contare che è anche abbastanza difficile trovarlo, visto che la coltivazione è limitata a poche centinaia di ettari?
La risposta è semplice: il Biancolella è un vino unico. Non è stratosferico o pindarico, non è da mettere in cantina per 30 anni, tuttavia la condizioni particolari di terroir presenti ad Ischia e le caratteristiche del vino concorrono a creare un vino irripetibile. E come tutti i tesori preziosi è raro, un vino artigianale, anzi eroico come quelli della Valtellina. Perché ad Ischia i vigneti a strapiombo sul mare sorgono in terrazzamenti vulcanici irti, stretti e difficili da coltivare, senza contare che alcuni vigneti arrivano ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare. Non ci sono le Alpi, ma non è una passeggiata. E poi questi terrazzamenti e i muretti sono da mantenere. Per questo coltivare Biancolella è una questione di amore e orgoglio, non solo un’attività lucrativa.
Caratteristiche organolettiche del vino Biancolella
Il bouquet è solare, splendido per delicatezza con un fruttato che spazia dalle susine agli agrumi, toccando le mandorle e le nocciole. C’è un lievissimo accenno speziato, poco a dire il vero, non è come la Falanghina che ha tratti affumicati, ma qualche spezia come noce moscata e pepe si sentono. I fiori sono un altro grande indizio per riconoscere il Biancolella: mimosa, gelsomino e biancospino si trovano spesso. Tuttavia, la particolarità di questo vino di Ischia è il richiamo del mare: macchia mediterranea, cipresso, pino, quasi un richiamo di sale e alghe, resine. Non pensate ad un bouquet pesante, ridondante o troppo arrembante, tutto il contrario.
Al palato il vino Biancolella è tagliente, sospinto da una vena sapida elettrizzante: ha polpa, è succoso e pieno di sale che sprizza da ogni poro. La struttura è media, ma la sensazione di mineralità è appagante, grazie ai suoli di origine vulcanica dell’Isola di Ischia. Il finale è iodato, pieno di erbe aromatiche, lungo e persistente. Non è un vino grasso, sontuoso, anzi è tutto giocato su toni leggiadri e sottili, pur avendo un dinamismo acido-sapido eccellente.
Zone di produzione del Biancolella
Sull’isola di Ischia il Biancolella è presente in purezza nella DOC Ischia Biancolella oppure in blend con il Forastera o il Coglionara nel vino Ischia Bianco. A Procida è conosciuto come Teneddu, mentre a Capri lo chiamano Bianco o San Nicola ed è presente nella DOC Capri. Lo troviamo anche sulla costiera nella DOC Penisola Sorrentina DOC e nel Costa D’Amalfi DOC spesso in blend con Falanghina e altri tipici vitigni campani e infine anche nella culla della viticultura campana, ossia nella DOC Campi Flegrei DOC, sempre in blend con la Falanghina.
Abbinamenti consigliati per il vino Biancolella
È un vino di mare, sapido e fresco, mai troppo strutturato o alcolico, quindi per assonanza abbinatelo alla cucina campana di pesce, alla pizza Margherita, pizza di scarole, casatiello, alici fritte, spaghetti alle vongole, tortelli di zucca alla mantovana, spaghetti di riso con gamberi e verdure, spaghetti alla carbonara.