Vini dealcolati: una sfida per il futuro o una minaccia per la tradizione?
Il decreto dedicato ai vini non alcolici stabilisce linee guida precise per garantire trasparenza ai consumatori e salvaguardare la qualità e autenticità del vino tradizionale italiano. Lo ha dichiarato il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, durante il Question Time al Senato, rispondendo a un’interrogazione del senatore Giorgio Maria Bergesio.
Le regole per i vini dealcolati
Il nuovo decreto introduce una serie di misure per regolamentare la produzione di vini dealcolati, tra cui:
- Etichettatura trasparente: Obbligo di segnalare chiaramente che si tratta di prodotti dealcolati.
- Separazione fisica: Necessità di mantenere separati i processi produttivi di vini convenzionali e dealcolati all’interno delle aziende.
- Divieto per Dop e Igp: Non sarà consentita la dealcolazione per i vini a Denominazione di Origine Protetta (Dop) e Indicazione Geografica Protetta (Igp), proteggendo così le eccellenze italiane.
Secondo Lollobrigida, questa regolamentazione consente alle imprese di diversificare l’offerta senza compromettere la qualità e la storia del vino italiano. “Il nostro obiettivo è garantire la competitività delle aziende senza tradire l’essenza del vino, che per tradizione è legata anche alla presenza di alcol,” ha dichiarato.
Il ruolo strategico del settore vitivinicolo in Italia
Con un fatturato di quasi 14 miliardi di euro, oltre 240.000 aziende e 8 miliardi di euro generati dalle esportazioni, il comparto vitivinicolo rappresenta circa il 10% del settore agroalimentare nazionale. Lollobrigida ha sottolineato che il vino è una componente strategica del sistema Italia, richiedendo un equilibrio tra sostegno economico e contrasto a propagande allarmistiche che minano l’immagine del settore.
Un mercato globale in evoluzione
Nonostante le perplessità iniziali, il ministro ha riconosciuto che l’interesse per i vini dealcolati è in crescita sui mercati globali, spingendo l’Italia a creare un quadro normativo per evitare uno svantaggio competitivo rispetto ad altri Paesi. “Abbiamo lavorato in sinergia con le Regioni e le associazioni di settore per ascoltare le necessità dell’intera filiera e adeguarci alle tendenze internazionali,” ha dichiarato Lollobrigida.
Il dibattito sull’essenza del vino
Il ministro ha anche espresso il proprio sostegno alla posizione dell’Organizzazione Internazionale della Vite e del Vino (OIV), che ritiene l’alcol un elemento essenziale per definire il vino. Tuttavia, la crescente domanda globale di alternative dealcolate ha reso necessaria l’introduzione di regole chiare per governare questa nuova tipologia di prodotto, mantenendo intatta la reputazione del vino italiano.
Sfide e opportunità per il futuro del vino italiano
In un contesto di transizione per il settore vitivinicolo, il governo italiano si impegna a bilanciare la tutela della tradizione con l’innovazione necessaria per soddisfare un mercato in evoluzione. Lollobrigida ha infine evidenziato l’importanza di sfruttare al meglio le risorse europee per supportare le aziende, garantendo al contempo una comunicazione trasparente e rassicurante verso i consumatori.