Vendite Champagne in Calo nel 2023, ma il Settore Punta al Lusso per Mantenere Profitti
Il 2023 ha segnato un’inevitabile contrazione nelle vendite di champagne, con una produzione che ha raggiunto i 299 milioni di bottiglie, segnando un decremento dell’8,2% rispetto all’anno precedente. Questo è quanto emerge da una nota diffusa dal comitato dello Champagne, che monitora le performance del settore.
Nonostante questo apparente passo indietro, rispetto al 2022 che aveva registrato cifre da record, e il difficile 2020, segnato dalla pandemia, il settore dello Champagne non mostra segni di allarmismo. La strategia adottata mira a una riconfigurazione del mercato, puntando sulla qualità piuttosto che sulla quantità. L’obiettivo è vendere le prestigiose bollicine a un prezzo superiore, accettando una riduzione dei volumi di vendita.
Questa tattica di “spostamento verso l’alto” nel segmento di mercato, soprattutto nell’ambito dell’export, ha permesso al settore di mantenere un fatturato
solido, superando la soglia dei 6 miliardi di euro, traguardo raggiunto per la prima volta nel 2022. Il comitato sottolinea che, nonostante il calo dei volumi, la scelta di valorizzare le annate più pregiate ha garantito stabilità economica.
Il mercato francese, tuttavia, risente maggiormente dell’inflazione rispetto ai mercati esteri, un fattore che ha influito sui bilanci delle famiglie nel corso dell’anno.
Il 2020 aveva visto un forte calo nelle vendite, con circa 245 milioni di bottiglie vendute, a causa delle restrizioni legate alla pandemia di Covid-19. Un recupero significativo si è registrato nel 2021, con le vendite che sono aumentate fino a 320 milioni di bottiglie, per poi raggiungere un picco di 326 milioni nel 2022. Attualmente, le esportazioni rappresentano più del 57% delle vendite totali, un aumento considerevole rispetto al 45% di dieci anni fa.
Maxime Toubart, presidente dell’unione generale dei viticoltori e copresidente del comitato dello Champagne, esprime soddisfazione per questo “ritorno alla normalità”, sottolineando le peculiarità della denominazione d’origine dello champagne, che impone regole rigorose e limita una crescita eccessiva in volume.
David Châtillon, presidente dell’Unione delle Case di Champagne e anch’egli copresidente del comitato, rimane ottimista riguardo al futuro del settore. Sottolinea che, nonostante la sensibilità dello champagne alle variazioni del contesto geopolitico e dell’economia globale, la tenuta del suo valore è un segno incoraggiante per gli anni a venire.