Sanità tra ritardi e promesse: cosa sta facendo davvero il governo sulle liste d’attesa?
Mentre i cittadini continuano a fare i conti con tempi infiniti per visite ed esami, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, annuncia che i decreti attuativi del decreto legge 73/2024 sono ancora in esame presso la Conferenza Stato-Regioni.
I provvedimenti in questione riguardano:
- L’interoperabilità tra la Piattaforma nazionale delle liste d’attesa e quelle regionali
- Le modalità di intervento dell’Organismo di Verifica e Controllo sulle liste d’attesa
- Il piano d’azione per potenziare i servizi sanitari e aumentare l’accesso alle prestazioni
A questi si aggiungono altri due provvedimenti in fase di completamento:
- Le linee guida per la gestione delle prenotazioni e la disdetta delle visite tramite CUP
- La definizione del fabbisogno di personale per il Servizio Sanitario Nazionale
Ma quante misure sono davvero attive?
Secondo Ciriani, molti provvedimenti sono già operativi senza bisogno di ulteriori decreti attuativi. Tra questi:
- L’unificazione dei Centri Unici di Prenotazione (CUP)
- Il controllo dell’attività libero-professionale dei medici, che non può superare il 50% del tempo lavorativo
- L’obbligo di garantire al paziente la prestazione nei tempi previsti, con possibilità di accesso all’intramoenia o a strutture convenzionate in caso di ritardi
Ma i pazienti continuano ad aspettare
Nonostante le rassicurazioni, i cittadini continuano a vivere sulla propria pelle il problema delle attese interminabili per visite e prestazioni essenziali. La lentezza nell’attuazione dei decreti fa sorgere il dubbio: stiamo davvero assistendo a un miglioramento o sono solo dichiarazioni di facciata?
Governo e dati: chi ha ragione?
Ciriani, inoltre, lancia un messaggio preciso: “Sulle liste d’attesa bisogna fare riferimento a fonti autorevoli come Agenas e non a fondazioni private”, in evidente riferimento a report indipendenti che evidenziano un peggioramento della situazione.
Il ministro assicura che il governo sta lavorando concretamente per ridurre i tempi di attesa, basandosi su “dati verificabili e non su polemiche strumentali”.
Ma il vero problema resta
Il nodo cruciale, però, non è solo la burocrazia: il personale medico è insufficiente e la domanda di cure supera di gran lunga l’offerta. Senza assunzioni e un reale potenziamento del sistema, i cittadini continueranno a rimanere in coda, mentre i decreti si muovono con la solita lentezza della macchina amministrativa.