Pronto soccorso al collasso: l’influenza si complica, boom di polmoniti
Pronto soccorso sovraffollati, ambulanze bloccate, pazienti in attesa per ore. Il sistema sanitario italiano è sotto forte pressione a causa dell’impennata dei casi di influenza e sindromi respiratorie, con un aumento preoccupante delle polmoniti. La situazione è diventata critica in diverse regioni, con ospedali al limite della capienza e medici di base sommersi dalle richieste di visite domiciliari.
Secondo gli ultimi dati RespVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità, il virus sta colpendo duramente regioni come Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna. Ma non si tratta solo di influenza: alla diffusione stagionale si affiancano virus come il Respiratorio Sinciziale, SarsCoV2, Rhinovirus e Metapneumovirus, aumentando il rischio di complicanze soprattutto per anziani, soggetti fragili e bambini sotto i 6 anni.
Pronto soccorso al limite, ambulanze ferme
A confermare la gravità della situazione è Lorenzo Palleschi, presidente della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (Sigot):
“I casi di influenza con complicanze polmonari sono in forte aumento. I Pronto Soccorso sono intasati, con pazienti stabilizzati ma bloccati in attesa di un letto in reparto. Le ambulanze rimangono ferme perché non c’è spazio per nuovi ricoveri”.
Sul territorio, la situazione non è migliore. Alessandro Rossi, presidente della Società Italiana di Medicina Generale, parla di una pressione senza precedenti su studi e ambulatori:
“Siamo al massimo impatto epidemiologico. I sintomi dell’influenza di quest’anno persistono più a lungo del solito e molti pazienti, esasperati, richiedono antibiotici anche quando non servono. Il rischio di cure inappropriate è elevato”.
Influenza più aggressiva: sintomi più lunghi e complicanze più frequenti
L’influenza stagionale di quest’anno si distingue per una durata più estesa:
- Febbre acuta per 3-4 giorni, seguita da una lunga fase di astenia, mal di testa e dolori muscolari.
- Maggiori complicanze respiratorie, con aumento dei casi di polmonite virale e batterica.
- Ricoveri prolungati, con il sistema sanitario incapace di assorbire il flusso continuo di pazienti.
I medici: “Le vaccinazioni sono troppo basse”
Di fronte a questo scenario, l’appello dei sanitari è unanime: le coperture vaccinali restano insufficienti. “Siamo ancora lontani dai livelli ottimali”, sottolinea Rossi, “e questo ci espone a una diffusione più aggressiva del virus”.
L’emergenza non accenna a diminuire e il rischio è che il sistema sanitario possa collassare nelle prossime settimane. C’è ancora tempo per fermare l’ondata?