L’olio italiano alla conquista del mondo: Alibaba rivoluziona il mercato?

Un nuovo capitolo per l’olio extravergine italiano, che punta a espandere la sua presenza internazionale grazie all’accordo tra l’Associazione Italiana Frantoiani Oleari (Aifo) e Alibaba.com, la più grande piattaforma B2B del mondo, con oltre 48 milioni di buyer attivi in più di 200 Paesi.
La partnership, presentata alla Fiera del Levante di Bari durante Evolio Expo, è un passo concreto per colmare il divario tra la produzione artigianale italiana e i mercati globali, attraverso la digitalizzazione e l’accesso strutturato ai mercati internazionali. L’iniziativa rientra nel progetto 2025 di Italia Olivicola, supportato dai fondi europei per promuovere innovazione e competitività nel settore.
Perché Alibaba? L’espansione digitale dell’olio Made in Italy
Secondo Elia Pellegrino, presidente di Aifo, il rischio più grande per l’olio extravergine italiano è non riuscire a valorizzarlo adeguatamente sui mercati esteri, dove spesso è minacciato da prodotti di qualità inferiore venduti come italiani. “Grazie a questa partnership con Alibaba.com, i nostri frantoiani potranno accedere direttamente ai buyer internazionali, senza intermediazioni e con strumenti digitali avanzati per la vendita”, ha dichiarato Pellegrino.
Chiara Plutino, business development manager B2B di Alibaba.com, sottolinea l’importanza di questa collaborazione: “Alibaba.com è la piattaforma di riferimento per chi vuole espandere il proprio business oltre i confini nazionali. Offriamo strumenti avanzati per la vendita e la massima visibilità sul mercato globale”.
Nuove opportunità o rischio di standardizzazione?
L’accordo tra Aifo e Alibaba.com rappresenta un’opportunità significativa per i produttori italiani, ma solleva anche alcune domande. Se da un lato la visibilità globale può favorire l’export, dall’altro si pone il tema della differenziazione del prodotto, per evitare che l’olio italiano venga percepito solo come una commodity in un mercato dominato dal prezzo.
Inoltre, resta da capire come verrà gestita la tutela della qualità e l’identità territoriale dell’olio italiano su una piattaforma che ospita anche produttori di altri Paesi, spesso con prezzi più competitivi. Il digitale è il futuro dell’export agroalimentare, ma sarà sufficiente per difendere il valore del Made in Italy?