Le Nazioni Unite hanno inserito la sljivovica, un’acquavite di prugne prodotta in Serbia, nella lista dei Patrimoni dell’Umanità
L’acquavite di prugne prodotta in Serbia è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dalle Nazioni Unite.
A dicembre, le Nazioni Unite (ONU) hanno fatto l’entusiasmante annuncio che l’acquavite di prugne dalla Serbia sarebbe stata aggiunta alla loro lista di patrimonio culturale immateriale, riconoscendo il valore del prodotto non solo come distillato, ma anche come un monumento vivente che permette di portare avanti una tradizione cenenaria.
Secondo l’elenco dell’UNESCO, la sua inclusione nell’elenco del patrimonio immateriale è dovuta alle “pratiche e conoscenze sociali associate alla preparazione e all’uso del tradizionale di questo splendido spirito di prugne”. Dopo tutto, che conosce un minimo l’Europa centrale e balcanica sa benissimo, quanto sia radicata nel territorio questo nettare, per cui non deve stupide la sua inclusione nell’elenco.
L’organizzazione ha riconosciuto “le complesse conoscenze e abilità per preparare la bevanda in un ambiente domestico, nonché il suo utilizzo nelle pratiche quotidiane e rituali”, aggiungendola a un elenco che include anche l’antico metodo di vinificazione tradizionale georgiano Qvevri e le conoscenze possedute dai maestri cubani, produttori esimi di rum.
L’organizzazione ha anche riconosciuto “le complesse conoscenze e abilità per preparare la bevanda in un ambiente domestico, nonché il suo utilizzo nelle pratiche quotidiane e rituali”. Insomma, sembra un inno alla cirrosi, con tutto il rispetto. Certo, lo slivoviz è sinonimo di acqua, di vita, di energia e rappresenta un modo di essere e di produrre con grande attenzione, quasi un’affare di famiglia, ma non c’è bisogno di incensare a non finire un alcolico. A leggere il proclama, sembra quasi un un inno a
Ok, tutto bellissimo, ma come è fatto lo slivoviz? Se volete leggere una pagina approfondita, vi rimandiamo a questo link. Se volete la parte veloce, continuate a leggere di seguito.
Le prugne sono la coltura principale utilizzata nella produzione di sljivovica, che nei Balcani è più comunemente chiamata rakija.
Per ottenere un buon brandy dalle prugne, il frutto viene prima fatto fermentare per venti o trenta giorni, quindi il liquido risultante viene distillato in contenitori di rame fatti a mano. Dopo che il liquido ha subito una seconda distillazione, che lo rende più forte e concentrato, viene invecchiato per almeno un anno in una botte, solitamente di rovere.
Durante i festeggiamenti, l’acquavite di prugne viene gioiosamente sorseggiata e gustata da tutta la famiglia. È anche una parte importante della medicina tradizionale. Se mescolato con piante medicinali o frutti, può essere usato per alleviare il dolore, curare il comune raffreddore o uccidere i germi. O almeno questa è la credenza, ma non lasciamoci trasportare dall’ebbrezza.
All’inizio di dicembre, la Sljivovica è stato aggiunta alla lista, e lo ha fatto insieme alla “al rum chiaro prodotto dai maestri cubani, a cui è stato riconosciuto il giusto merito.
Il processo di produzione del rum chiaro cubano è descritto come una “raccolta di conoscenze e tecniche tradizionali, scientifiche e sensoriali che consente la protezione del processo di produzione del rum cubano” nella lista UNESCO del patrimonio culturale immateriale.
“La trasmissione della conoscenza del rum leggero è un processo di apprendimento permanente che viene tramandato di generazione in generazione.” Questo processo include la protezione delle cantine di invecchiamento, la conoscenza del loro contenuto e delle loro caratteristiche, nonché la storia di ogni botte e la conoscenza di quali miscele danno luogo a un determinato aspetto, aroma, gusto e consistenza.