Dall’Asia al Sudamerica, il mondo vuole più olio d’oliva: l’Italia saprà approfittarne?
Il mercato globale dell’olio d’oliva sta cambiando rapidamente: mentre i consumi continuano a crescere, la domanda si sposta sempre più al di fuori dei confini europei. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Nomisma-Sol2Expo, presentata alla vigilia della nuova fiera veronese dedicata all’olio Evo (dal 2 al 4 marzo), il 54% dell’olio consumato nel mondo negli ultimi cinque anni è finito sulle tavole di Paesi extra-Ue, con un boom di interesse in Corea del Sud, Indonesia e Taiwan.
Non è più solo il bacino mediterraneo a fare da traino: gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e ora anche il Sudamerica e l’Asia Orientale stanno scoprendo sempre più le qualità dell’extravergine d’oliva, considerandolo non solo un ingrediente gourmet, ma anche un simbolo di benessere e salute.
Spagna vs Italia: Chi Comanda il Mercato dell’Olio d’Oliva?
Se il consumo globale cresce, il mercato dell’export è ancora un duello a due. La Spagna domina come primo esportatore mondiale di olio d’oliva, mentre l’Italia segue al secondo posto, cercando di consolidare il proprio posizionamento sui mercati più redditizi.
Secondo Nomisma, la diffusione dell’olio Evo italiano ha raggiunto 160 Paesi, ma il grosso del valore si concentra ancora in cinque mercati chiave: USA, Germania, Francia, Canada e Giappone. Tuttavia, sono soprattutto la Svizzera e il Messico a pagare il prezzo più alto per l’extravergine italiano, mentre i nuovi mercati asiatici stanno facendo registrare tassi di crescita a doppia cifra.
L’Olio Italiano È Pronto a Competere?
L’incremento dell’export è una buona notizia, ma la sfida per l’Italia resta quella di mantenere un posizionamento premium e non farsi schiacciare dalla concorrenza spagnola e greca, spesso più aggressiva sui prezzi. La qualità dell’olio italiano è indiscutibile, ma basterà per vincere la sfida globale?
L’appuntamento con Sol2Expo sarà un’occasione per fare il punto sulle strategie di crescita, con buyer da 27 Paesi e la partecipazione di 14 regioni italiane. L’oro verde è sempre più internazionale: riusciremo a farlo fruttare?