Champagne e l’obbligatorietà della coiffe: tra tradizione e sostenibilità

Il dibattito sulla coiffe, il sottile foglio di alluminio che avvolge il tappo e il collo delle bottiglie di champagne, si è intensificato dopo che l’Unione Europea ha reso il suo utilizzo facoltativo a partire dal 2023. Tuttavia, i rappresentanti delle istituzioni della Champagne non accettano facilmente questo cambiamento. Poco dopo l’emanazione della normativa europea, è stato istituito un gruppo di studio che ha recentemente diffuso i suoi risultati. Secondo le ricerche condotte in Francia, negli Stati Uniti e nel Regno Unito – i principali mercati per lo champagne – la coiffe è considerata un elemento essenziale per l’identità del prodotto.
Il Comité Champagne ha dichiarato: «Una bottiglia senza coiffe potrebbe creare confusione, portando i consumatori a pensare a prodotti come sidro, birra o addirittura acqua frizzante». Il Civc ha inoltre evidenziato che il collarino rappresenta solo lo 0,6% delle emissioni di CO2 nella catena produttiva, pur senza fornire dati precisi in termini assoluti. Per queste ragioni, le organizzazioni ufficiali della Champagne (Sgv-Odg) hanno recentemente avanzato all’Inao la proposta di rendere obbligatorio l’uso della coiffe nel disciplinare dell’appellation, un’opzione possibile secondo la normativa europea.
L’obbiettivo originale della liberalizzazione era ridurre l’impatto ambientale di questo componente in alluminio. Sebbene siano già disponibili versioni in carta o più facilmente riciclabili, alcuni membri della filiera rimangono favorevoli alla libertà di scelta. «È l’indicazione che abbiamo dato ai nostri associati», afferma Jérôme Bourgeois, presidente dell’Association des Champagnes Biologiques, che osserva come molti produttori siano inclini a eliminarla. Alcuni di loro hanno già optato per questa soluzione.
Olivier Horiot, portavoce del collettivo dei vignaioli dissidenti, rincara la dose: «Non vogliamo che la coiffe diventi obbligatoria. Lasciamo che ogni produttore scelga liberamente. Una bottiglia senza alluminio è più ecologica e ha anche un suo fascino estetico». Horiot ha inoltre aggiunto che, se la richiesta di modifica del disciplinare dovesse essere accettata dall’Inao, i produttori dissidenti presenteranno un ricorso.