Andare per cantine in Trentino Alto Adige non è mai stato così divertente!
Il Trentino Alto Adige è una della mete più esaltanti per l’eno-turista e i winelovers, una terra del vino con due anime profondamente diverse, per certi versi contrastanti, ma dove il vino è considerato sacro: non importa che il vignaiolo parli italiano o tedesco, la passione è la stessa.
Quantificare la bellezza di una terra così densa di meraviglie è impossibile, tuttavia cercheremo di fare del nostro meglio per “raccontarvi” questo territorio, offrendovi un resoconto del nostro ultimo vagabondaggio, con consigli e approfondimenti su cantine, ristoranti ed itinerari meno battuti, perché possiate costruire il vostro viaggio in Trentino Alto Adige nei minimi dettagli. Volete una settimana fast & furious con cinque visite in cantina al giorno oppure preferite prenderla con comodo e alternare degustazioni di grappe a percorsi di trekking, passeggiate tra laghi, castelli e malghe disperse tra le Dolomiti?
Perché il Trentino Alto Adige è perfetto per una vacanza all’insegna del vino
Prima di tutto è ideale per viaggiare: l’autostrada A22 del Brennero si snoda da sud a nord toccando tutti i punti nevralgici della regione. Le strade del vino corrono parallelamente all’autostrada, assecondando la valle dell’Adige, e per raggiungere le cantine basta uscire e far pochi chilometri: in men che non si dica vi ritroverete immersi tra i vigneti.
La concentrazione di buone cantine è impressionante, i vitigni autoctoni sono di alto rango: Teroldego, Marzemino, Nosiola, Müller Thurgau, Lagrein e Gewurztraminer. E anche quando non sono nativi, sono coltivati in microclimi e terreni così particolari e con una tale maestria che diventano tipici e assumono caratteristiche particolari, profumi unici. Pensate alla Trento DOC: sono passati anni dal primo spumante di Ferrari e la sua evoluzione non si ferma, tuttavia Chardonnay e Pinot Nero non sono nati in Trentino e ciononostante lo Spumante trentino è ormai entrato nell’Olimpo delle bolle.
Un altro motivo che vi spingerà in Trentino Alto Adige è la varietà, la particolarità di questa terra. Ogni valle custodisce piccoli tesori, ha suoli e condizioni differenti che si traducono in produzioni artigianali di notevole spessore—molte si possono fregiare del marchio Slow Food—e in una miriade di paesaggi e culture differenti. Pur essendo una regione piccola, il Trentino-Alto Adige è immenso da esplorare, e si presta ad essere visitato in più occasioni. Non solo antichi castelli e canederli, ma anche arte moderna e contemporanea, con il Mart, a Rovereto, che vanta una ricca collezione d’arte moderna e ristoranti che offrono un’originale reinterpretazione della cucina classica, come il Trivio dello chef Francesco Pace.
E poi ci sono le Dolomiti, che incorniciano il panorama e vi accompagneranno per tutto il viaggio. Queste pareti rocciose sono il segreto di questa El Dorado del vino. Tutta la valle dell’Adige è stretta, come un grande canyon, da una doppia cordigliera che protegge dai venti, creando una situazione ideale per la coltivazione della vite. La straordinaria complessità minerale che danno ai terreni sono l’ingrediente principale del vino. La cucina non è da meno ed è all’insegna della montagna. Sapori decisi, funghi, selvaggina come capriolo e cinghiale, formaggi d’alpeggio, salsicce affumicate, carne salada, speck. Anche il miele parla il linguaggio della montagna, basta visitare i piccoli apicoltori vicino al monte Bondone o quelli dell’altopiano di Lavarone—da visitare il museo del miele—e scoprirete nuovi sapori.
Ah, a proposito di piccole produzioni: sapete che il Trentino è un delle regioni più a nord in cui si produce olio extravergine di oliva? Le condizioni climatiche create dal lago di Garda permettono una produzione decisamente limitata come numeri, ma raffinata, puro oro liquido.
In crescita anche il numero dei vignaioli che si sono convertiti alla coltivazione biologica, se non alla biodinamica. Il clima “fresco” e ventilato aiuta gli audaci. Gruppi piccoli stanno facendo gruppo, non solo per logiche commerciali, ma per creare un presidio di zona. Prendiamo i Dolomitici, 11 vignaioli, 11 amici, idee diverse ma fine comune: buoni vini naturali e un progetto molto interessante, il Ciso, un vino nato dalla terra, da 723 ceppi a piede franco di Lambrusco a foglia frastagliata, che stavano per essere espiantati in favore di un più redditizio Pinot Grigio…