Indigeno Ancarani: un Trebbiano Romagnolo rifermentato in bottiglia da urlo!
L’Indigeno della cantina Ancarani non è solo un ottimo e golosissimo vino, ma anche l’emblema della nascita del Trebbiano Romagnolo. Nascita e non rinascita, perché il Trebbiano in Romagna non è mai nato, non è mai stato amato e rispettato, anzi è sempre stato prodotto con rese vergognosamente alte, in pianura, per fare vinelli scialbi e smunti, soprattutto dalle grandi cantine sociali.
Ma i tempi sono cambiati e il Trebbiano è maturo per fiorire, pronto per spiccare il balzo e scrollarsi di dosso questa nomea sinistra. Gli esempi virtuosi sono tanti e non abbiamo timore a fare dei nomi: oltre Ancarani dovreste provare il Trebbiano di Gallegati, di Babini (Vigne dei Boschi), Villa Papiano, Francesconi Paolo e di Fondo San Giuseppe.
Sono tutti vini profondi e mai banali che contraddicono lo stereotipo romagnolo del Trebbianello in cartone simil Tavernello. Ma siamo solo agli inizi, la strada è ancora lunga, anche i primi passi sono promettenti. Diamo tempo alle vigne di invecchiare e ai vignaioli di produrre vini che possano evolvere nel tempo.
Anche se in questo caso, l’Indigeno non necessita di eccessiva meditazione in cantina, al contrario è il classico vino enogastronomico già pronto e buono. È un vino amichevole e sereno, appena lo stappi ti sorride sornione e non smetti di bere fino a quando la bottiglia non è finita. E questo è senza ombra di dubbio il complimento migliore che si possa fare ad un vino. Ma è anche un esempio di quanto buono, fresco, deciso e spontaneo possa essere il Trebbiano Romagnolo interpretato in versione rifermentato in bottiglia, in maniera pulita e onesta.
Come viene prodotto
Vendemmia manuale a fine agosto per raccogliere le uve leggermente in anticipo, diraspatura e pressatura soffice, fermentazione spontanea, affinamento di 2 mesi sui lieviti in vasche di cemento. Come starter si aggiunge del mosto dello stesso vino, si imbottiglia e il vino rifermenta il bottiglia. I solfiti sono sbalorditivamente bassi: 12 g per litro.
Caratteristiche organolettiche dell’Indigeno della cantina Ancarani
È un vino tutto succo e piacevolezza, certo l’acidità naturale del Trebbiano emerge tagliente e grintosa, ma c’è anche tanto sale a dare sostanza al sorso. Non si ferma ai due profumi di pera e fiori, ma ti solletica il naso con suggestioni floreali delicate, cedro, sambuco e pane. Non è una sarabanda, ma va bene così, è netto e preciso. E questo è il Trebbiano, punta tutto sulla grinta, sul palato tagliente.
Ed infatti è appena lo assaggi che si ribalta il copione. È un’esplosione mentolata di freschezza, saltella da un calanco di sale all’altro, non sta mai fermo, ti invita a bere, ti incalza, soprattutto se lo abbinate a salumi di mora romagnola e piadina. È un vino companatico che sa di pane e va mangiato con il pane.
Nel complesso è un vino succoso, ma mai acerbo, piacevolmente acido, ma dotato di pienezza e una certa rotondità fruttata che mantiene l’equilibrio onesto. Forse con qualche anno in più sarà più maturo e sfaccettato, ma anche bevuto subito è ottimo e insolente quel tanto che basta. Ha un accenno campestre, ma non aspettatevi un vino rustico o sgrammaticato, per nulla.
Costo
Lo trovate ad un prezzo molto allettante: 12-13 euro in enoteca o negli e-commerce.