Fake Food: i cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana hanno la sfoglia ruvida come fatti in casa?
I cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana sono una di quelle bestemmie che fanno accapponare la pelle, ma non solo sono anche un prodotto che incitano all’ignoranza culinaria, perché un cappelletto con ripieno di prosciutto è blasfemia pura. Un tentativo di scimmiottare i tortellini, senza avere il coraggio di affondare il colpo fino in fondo.
I cappelletti, che sono un piatto tipico romagnolo, immortalato da Artusi, sono fatti con il formaggio, e al massimo petto di pollo e basta. Solo gli eretici Ferraresi hanno il coraggio di chiamare cappelletti della pasta ripiena di carne, ma non spingiamoci oltre, non vogliamo scatenare guerre civili e torniamo ai nostri fulgidi cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana. Perché sono un fake food?
Molto semplice: la confezione, il sito e tutta la comunicazione dietro questo prodotto sono ingannevoli per il consumatore per due motivi molto semplici. Il sito recita: sfoglia ruvida, come fatta in casa e 100% ingredienti naturali. Il bollino sulla confezione invece avverte che la sfoglia è la sfogliagrezza, un brevetto, mica da ridere. Comunque sfoglia grezza non si può sentire…
I cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana hanno la sfoglia ruvida come fatti in casa?
Ok, sono cappelletti prodotti industriali in quantità da catena di montaggio, non c’è bisogno di fare gli schizzinosi, ma affermare che la sfoglia è ruvida, come fatta in casa è una presa in giro e non dovrebbe essere permesso affermare tali menzogne così spudoratamente. Ma la comunicazione è scaltra, ammiccano, vogliono farli passare per prodotti genuini, come fatti in casa, dai, quasi. E invece no, per niente. Guardate la foto, non è neanche una macro, ma se non ci credete basta vedere l’effetto pelle sintetica di androide in stile Blade Runner.
Passiamo al 100% naturale: basta, sta diventando peggio dei deliri di Wanna Marchi: i prodotti naturali sono quelli non lavorati. Prendete una vocabolario: il prosciutto, il siero di latte in polvere e neanche la farina è una alimento naturale. Basta sbandierare queste pretestuose assurdità: una mela raccolta da un albero è naturale, un facocero cacciato e poi arrostito è naturale.
Vogliamo spezzare una lancia a favore di questi cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana? Non contengono né glutammato né conservanti, lo chef Ruffi non sarà contento, ma almeno, da quel che si legge sull’etichetta, non ci sono porcherie dentro.
Il sapore dei cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana
Veniamo al vero punto dolente: il gusto piatto, scialbo e senza la minima personalità di questa pasta ripiena. La sfoglia scivola via con indifferenza alla faccia della sfogliagrezza, il ripieno è salato e poco ispirato, dalla vivacità cianotica e apatica. Non invita e l’unico sapore che si sente è il salato.
Il contenuto di sale dei cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana non è allarmante, ma non è neanche così basso: 1,6 grammi di sale per 100 grammi pasta, nella norma per un prodotto industriale. La dose consigliata per un adulto è di 5 grammi, con 100 grammi di questi magnifici cappelletti ingerite 1/3 della vostra dose quotidiana, non poco in ogni caso.
Il verdetto
I cappelletti rustici crudo di Giovanni Rana non hanno alcun fascino, non sono fatti con ingredienti di grande qualità e con la loro stolida carica di sale al limiti del tagliente, non aggiungono nulla al panorama del triste cibo industriale. Tuttavia si salvano per un tenue anelito alla salubrità, considerata l’assenza di conservanti, e alla trasparenza: quella della confezione. Almeno la confezione non è ingannevole e anzi mostra con orgoglio una parte trasparente dove potete vedere chiaramente il prodotto all’interno.