Chinotto: che cosa è e quali sono i migliori e i peggiori
Il Chinotto è un’altra di quelle bevande riesumate sulla scia delle bibite old style tornate in voga negli ultimi anni. Il problema del chinotto, esattamente come per la cedrata, è che le grandi industrie del cibo ci vogliono far credere che i loro prodotti da grande distribuzione siano bevande artigianali, fatte con cura e ingredienti di prima scelta come il prestigioso chinotto di Savona.
Purtroppo dovrebbero spendere meno soldi nelle trovate marketing e di più nella ricerca di ingredienti decenti, tanto che leggendo la classifica dei chinotti che abbiamo stilato vengono i brividi solo a leggere gli ingredienti. E come per la cedrata vi passerà la voglia di bere chinotto…
Ma che cos’è il chinotto?
È un bibita gassata, zuccherata al sapore di chinotto, il famoso Citrus myrtifolia, un agrume che assomiglia all’arancia amara, raramente è mangiato o si usa come succo, ma è talmente aromatico che ne basta poco. Anche la buccia è ricca di oli essenziali profumatissimi. I più rinomati vengono da Liguria e Calabria e con il ritorno in auge di questi soft drink old style, il chinotto è tornato di prepotenza.
E la legge cosa dice? È come l’aranciata, che per poter essere chiamata aranciata deve avere almeno il 12% di succo?
Certo che no,, la legge parla chiaro, ma fa morire dal ridere. Una bevanda può venire etichettata come Chinotto, anche se non contiene neanche un solo atomo di chinotto vero. Basta che ci sia scritto “aromi” sulla confezione e tutto va bene, chimicamente hanno fatto il miracolo di ricreare il sapore del chinotto. Ha senso tutto ciò? Aiuta la trasparenza? Spinge le aziende a lavorare in maniera pulita per tutelare la salute di consumatori?
Il Plose è quello con la quantità maggiore di estratto di chinotto: 0,1, il resto è acqua, zucchero, aromi e anidride carbonica e succo di limone quando ve bene.
Di chinotti davvero buoni, fatti come dio comanda e con un apporto di zuccheri accettabili ne esistono ben pochi. Mettetevi il cuore in pace, il chinotto è una bevanda terribilmente zuccherata, piena di coloranti, aromi chimici e spesso non hanno neanche una gocci di vero chinotto. quando invece la sua prerogativa è quella di essere delicatamente amara.
Ma allora tutti, proprio tutti i chinotti fanno pena e sono zuccherati come coca cola e fanta? No, anzi alcuni chinotti sono ancora più zuccherati della coca cola e delle fanta, è un record! Non aspettatevi miracoli: sono tutte bevande poco sane e stracolme di zucchero.
Mancano ancora un paio di bottiglie, come quello della Conad, ma per il resto ci siamo.
Bene, siete pronti per la classifica definitiva dei chinotti?
Chinotto Sigma
Questo costa veramente poco, neanche 1 euro per una bottiglia da 1,5 litri. Quasi quasi ci pagavano per prenderlo dallo scaffale. E il fatto dovrebbe far riflettere… ma cosa c’è dentro questa bottiglia? Prima di tutto non c’è traccia alcuna di chinotto, quindi è un vero fake, un inganno bello e buono, ma continuiamo pure a farci prendere per i fondelli. Gusto insulso, appena speziato, zuccheri a volontà, colorante E 150 d e 12 grammi di zucchero per 100 ml di chinotto. Non c’è niente da dire, un ottimo prodotto per sturare le incrostazioni del water. Adesso sapete quale chinotto non dovreste mai bere.
Santa Ilaria SPA
Il prodotto è blando, un chinotto insulso senza sapore, certo ha pochi zuccheri, ma non vale la pena neanche di usarlo per sturare i lavandini intasati. Come da manuale questo chinotto Santa Ilaria SPA è un fake food totale, non contiene neanche un goccia di vero chinotto. Ma la legge parla chiaro e allora sappiate che questo non è vero chinotto, è solo un intruglio imbevibile. Nota negativa finale che fa sprofondare questo prodotto: la presenza del colorante E 150 d, un colorante sintetico a base di ammoniaca che contiene il 4-metilimidazolo (4-MEI), “potenzialmente cancerogeno”. Parliamone adesso e poi lo citeremo soltanto. Il colorante E 150 d è quello della coca cola, quello che è stato bandito in California perché ritenuto pericoloso. Gli studi per ora hanno dimostrato la pericolosità solo sui topi con una devastante reazione di tumori a catena, per l’uomo è una sostanza che merita ancora approfondimenti ma non è considerata una sostanza priva di pericoli. Voi traete le vostre conclusioni.
Chinò, chinotto San Pellegrino
Il Chinò è un altro fake di squisita fattura. Prima di tutto il contenuto di zuccheri è scandaloso: 33 grammi per una lattina, 11,1 per 100 ml, poi abbiamo il delizioso colorante E 150 d in abbondanza, l’acido fosforico, sì esatto quello della coca cola che corrode i denti, quello usato per i processi di sbiancamento chimico. L’analisi sensoriale del prodotto è presto detta: gusto stucchevole, pastoso e senza alcuno spunto, ma con tutto questo zucchero cosa dovremmo aspettarci? Almeno qualche goccia di estratto di chinotto c’è… Bocciato senza remissione.
Chinotto Polara
Un altro prodotto stiloso e con pretese. Si presenta in bottiglietta elegante e fa sfoggio di chinotti top. Ma leggiamo dal loro sito la presentazione: “Questa bevanda è prodotta seguendo la ricetta tradizionale Polara, con l’estratto naturale dell’antico agrume orientale, il Chinotto dell’Antica Ricetta Polara sprigiona un gusto corposo, piacevolmente aspro e amarognolo. Da bersi a qualsiasi ora del giorno, godibile su qualunque portata, il chinotto di una volta è tornato sul mercato come la bibita dei buongustai, una delle bevande più amate dagli intenditori del made in Sicily.” Ok, ma dietro questo chinotto ancora una volta abbiamo un massiccia dose di zuccheri, 12,7 grammi per 100 ml. 3 bustine di zucchero per mezzo bicchiere di bevanda. Non male, tallona il record della Lurisia. Il gusto è un pendolo tra stucchevolezza e alcune punte aromatiche che riescono ad emergere, niente di speciale. Ci sono alcune sfumature, non è il peggiore, tuttavia il gusto pastoso uniforme ad alta concentrazione di glucosio domina tutto l’assaggio.
Chinotto Neri
Il più trendy e cool di tutti, sembra che Gesù abbia bevuto questo chinotto nel sacro Graal durante l’ultima cena da tanto che è inflazionato. Ma la realtà è ben altra, il chinotto Neri non ha nulla di artigianale e a dispetto delle 20 erbe selezionate, tutto viene ancora una volta affogato in un mare di zucchero, 11,6 grammi, colorante E 150 aromatizzato all’ammoniaca e finiamo con l’acido ortofosforico, sempre quello della coca cola, un ingrediente di “grande qualità” usato per il costo ridicolo rispetto all’acido citrico. Il gusto non è malaccio, ci sono alcune sfumature erbacee che lo rendono gradevole e ampio, tuttavia la pastosità di fondo del glucosio appiattisce ogni tentativo di profondità aromatica. Secondo le ultime direttive dell’OMS, la dose massima per un adulto di zucchero dovrebbe essere di 35 grammi al giorno, se bevete una lattina da 330 ml di chinotto Neri ne ingerite 38,6: lo stesso quantitativo di coca cola ne ha 35.
Chinotto Lurisia
La Lurisia è un’azienda storica, che ha la fama di produrre bevande di buona qualità, molto cool, a partire dalla grafica dei prodotti, curata e stilosa. Il problema del chinotto Lurisia tuttavia è molto semplice: ancora un volta la quantità di zuccheri è allarmante. 13 grammi per soli 100 ml di prodotto. Considerate che 19 grammi di zucchero sono la dose massima consentita ad un bambino, capite bene quindi che questo chinotto è un invito al diabete e va evitato tassativamente, al massimo un assaggio. Ma 100 ml sono pochi, pochissimi. Prendete un classico bicchiere di plastica e calcolate che 100 ml sono la metà. Con un bicchiere di chinotto un bambino ha già superato ampiamente la propria dose di zuccheri. A parte questo particolare agghiacciante, il chinotto Lurisia non è malvagio, è abbastanza aromatico, sfumato, il perlage è un po’ troppo aggressivo, ma con tutto questo zucchero bisogna trovare un espediente per tagliare la pastosità del glucosio e allora ci sparano dentro anidride carbonica a iosa. Provate ad assaggiarlo caldo e sgasato e vi renderete di che spremuta di zucchero sia. Detto questo, perché allora magnificare le doti e la qualità del chinotto della riviera ligure che ci mettono dentro se poi il tutto viene soffocato dalla zucchero? Dobbiamo pagare per zucchero di canna e lo 0,004 di chinotto? Ancora una volta fatevi delle domande, la nostra società è drogata di zucchero e anche il chinotto è un prodotto finto, acqua, zucchero e qualche goccia di estratto. Non è un’aranciata o un succo o una spremuta, ma lo zucchero mette tutto a posto. Bocciata, anzi il chinotto Lurisia è uno di quelli più zuccherati in assoluto. 13 grammi di zucchero per 100 ml, provate a mettere 3 bustine di zucchero in un bicchiere con 100 ml di acqua per vedere l’effetto visivo e poi pensate che quello zucchero vi causa un picco glicemico nel sangue.
Chinotto Spumador
Lo abbiamo comprato in un locale, ma non siamo riusciti a fare la foto. Bocciato per il solo fatto che sulla bottiglia non sono presenti valori nutrizionali: è inaccettabile. Va bene, ok fate gli stilosi con la bottiglia elegante, ma la quantità di zuccheri va specificata. Il gusto è buono, la sensazione amaricante è ampia, si apre in sfumature di radice ed erbe. Lo zucchero ovviamente c’è e impasta la bocca, ma almeno si sentono sapori amari.
Chinotto Bevi più naturale
Un chinotto senza aromi, conservanti o coloranti e una dose di zucchero più bassa. E il risultato è un chinotto dal gusto più pulito, meno stucchevole, in cui si riescono a percepire note di agrumi. È sempre una bevanda zuccherata, quindi non è che sia da bere tutti i giorni, ma almeno rispetto agli altri più blasonati ha un quantitativo di zuccheri molto più basso: 7,3 grammi per 100 ml di chinotto. Si vede la luce in fondo al tunnel…
Spuma Nera Baladin
Non è un chinotto, ma la mamma spirituale del chinotto, come leggiamo sul sito Baladin. Assomiglia molto e lo abbiamo inserito lo stesso, perché assomiglia molto anche come sapore, sebbene ci siano infusi di scorze di arance e non chinotto. Il sapore non è malvagio, è molto speziato, ma purtroppo le quantità di zucchero sono spaventose e allarmanti. Ma dopo tutto avevamo bisogno di un altro invito al diabete in questa lista. Il sapore è abbastanza screziato, ma non molto fine, domina la nota pastosa e stucchevole dello zucchero e i toni amari e speziati affogano ancora nel glucosio. Peccato.
Chinotto Italiano Bibibio Levico
Il gusto non è malvagio, abbastanza aromatico, ma niente di eccezionale. Per quanto si vantino di usare prodotti di grande qualità e biologici hanno pompato gli zuccheri a dismisura in questa bibita che un bambino non dovrebbe neanche sfiorare. Il contenuto di zucchero del Chinotto Italiano Bibibio Levico è molto alto, un invito al diabete con 13 grammi per 100 ml di prodotto. Come farsi del male…
Chinotto Zero San Benedetto
Non ha zuccheri ed è una lodevole cosa, ma poi il sapore dove è finito? Questo chinotto insulso, a parte un ricordo lontano di cola e arancia bruciata non suggerisce nulla, non è buono, non ha struttura, sapore e neanche un alcun motivo di esistenza. Patetico tentativo di accalappiare i consumatori con un prodotto zero privo di ogni attrattiva.
Chinotto Plose
Abbiamo tenuto il migliore dei peggiori per ultimo, per un gran finale. Il chinotto Plose è ingannevole, si presenta in una bella bottiglietta stilosa e affusolata. Ma ci sono molti, moltissimi problemi in questa bevanda. Prima di tutto gli zuccheri: 12 grammi per 100 ml di chinotto, inaccettabile. Poi abbiamo il colorante E 150 d, di cui abbiamo già parlato, non mancano poi conservanti a man bassa, tra cui spicca il benzoato di sodio, il delizioso E 211. Pensate che un gigante come la coca cola lo ha eliminato dalla proprie bevande. Ma ci sono molti studi da riportare. Il primo che dimostra che il conservante E 211 causa iperattività nei bambini, un altro dell’Indipendent secondo cui il conservante E 211 ha gli stessi effetti di invecchiamento e alcolismo e poi abbiamo infiniti casi di reazioni allergiche e shock anafilattici
Senza contare che il benzoato di sodio è presente nel dentifricio, nelle bevande, in moltissimi cibi come pesce, maionese, confetture, visto che è un conservante esecrato dal mondo intero, ma ancora pesantemente utilizzato. I mirtilli stessi ne sono ricchi naturalmente, ma per ognuno di noi il calcolo delle quantità di benzoato di sodio è la principale preoccupazione. Quando uno si alza, beve un bicchiere di latte, poi prende carta e penna e inizia a calcolare i mg di benzoato di sodio che mangia nell’arco della giornata… al massimo 5 mg per ogni chilo di peso, se si supera la dose consigliata diventa tossico.
Non è ancora finita, resistete perché arriva la perla. Se mettiamo insieme benzoato di potassio e acido ascorbico cosa viene fuori? Benzene, una sostanza classificata come cancerogena dalla FDA. Qualche anno fa ci fu uno scandalo mostruoso che coinvolse molte bibite in cui si riscontrarono alti livelli di questa sostanza. Tra l’altro la presenza dell’acido citrico sembrava favorire ancora di più lo sviluppo del benzene. E allora leggete gli ingredienti e gioite: ci sono tutti e tre. Questo non significa che ci sia benzene nel chinotto Plose, ma hanno fatto di tutto perché accadesse, alla faccia della sicurezza alimentare. Presto lo scopriremo, visto che abbiamo mandato dei campioni in laboratorio. Ma intanto sorge spontanea la domanda: perché dovremmo mai comprare un prodotto del genere? Perché fanno di tutto per avvelenare il consumatore? Gli altri chinotti avevano al massimo il colorante E 150 e ci può stare, è una schifezza, ma non è tossico preso una tantum. Poi magari ci saranno solo tracce di benzene che è nato spontaneamente dalla reazione, tuttavia la chimica è una scienza precisa e sapevano a cosa andavano in contro quando hanno giocato a fare i piccoli chimici con gli ingredienti. E allora perché è in vendita questa bevanda, sembra un invito ad assumere benzene… Non ci resta che aspettare e intanto fare i complimenti alla Plose per il primo posto per il peggior chinotto che sia mai stato prodotto.
E adesso chi ha più voglia di bere chinotto?