Champagne Laurent Perrier Brut 1812: la recensione
Lo Champagne Laurent Perrier Brut 1812 è il classico vino da aperitivo di cui si fa florilegio nei locali cheap and chic, la bottiglia ubiqua che ti fa pensare che le facciano gli umpa lumpa tipo catena di montaggio e questa sensazione un po’ vischiosa e patinata rischia di offuscare il giudizio sulle sue qualità effettive. Ma non per forza un vino che ha successo di vendite è un vino insipido.
In realtà è uno Champagne molto semplice, cremoso e diretto, fatto apposta per piacere e non creare troppi stimoli sulle pupille, ma soltanto appagare la sete. Diciamo che acidità e sapidità ci sono, ma non sono particolarmente incisivi.
Come viene prodotto
Questa maison, fondata nel lontano 1821 è famosa per i suoi vini freschi e slanciati, non a caso, la produzione e l’acquisto di uve pendono verso lo Chardonnay. La cantina sorge a pochi metri dal fiume Marna, a sud della montagna di Reims. Le uve vengono sia dai vigneti di proprietà che da un nutrito esercito di coltivatori che hanno le vigne nelle tre grandi zone: Côte des Blancs, Montagna di Reims e Vallée de la Marne.
Il blend è tradizionale: 55 di Chardonnay, 35% di Pinot Noir e 10% di Pinot Meunier. I vini di riserva aggiunti alla cuvée sono nell’ordine del 15-30 % e comprendono centinaia di annate. Dopo 4 anni di riposo sui lieviti è pronto per la vendita.
La cura per trovare la formula perfetta e per replicare lo stile in maniera costante è certosina e vi fa capire l’importanza di questo vino, giustamente considerato uno dei più docili e piacevoli di tutta la regione della Champagne.
Caratteristiche organolettiche
Colore giallo limone. Bouquet classico, avvolgente con profumi di mare che si mescolano ad altri burrosi e cremosi per finire con gesso e agrumi. I lieviti hanno lavorato alacremente, creando una cornice seducente e decadente, dominata da toni dolci e zuccherosi, da crostata di lime.
Al palato è ampio, asciutto e penetrante, ossidato appena, con buon dialogo tra roccia e limone. Va oltre il dualismo da limonata con zenzero e confetti, ma non aspettatevi una profondità siderale. Più che in profondità, si allarga smargiasso con opulenza e un allungo iodato piacevole e misurato. Tutto è perfettamente misurato. I sapori nutty di nocciola, lo spessore gustativo del gesso a cui si inframmezzano sapori fruttato più tropicali, ogni parte è stata misurata, soppesata e costruita come se fossero mattoncini lego. Ma questo non pregiudica la qualità del vino, che è discreto, mansueto, ma non di certo carismatico. A definirlo sornione e compiaciuto non si sbaglia.
Prezzo
37 euro: prezzo calibrato.