La Brucellosi: Una Sfida Globale per la Salute Pubblica e l’Agricoltura
La brucellosi si manifesta come una zoonosi diffusa su scala mondiale, causata da batteri del genere Brucella, particolarmente prevalente nei paesi del Mediterraneo, India, Medio Oriente, Asia Centrale e America Latina. Questa patologia interessa vari animali – tra cui bovini, ovini, caprini, cervidi, suini e cani – ed è provocata da sei specie di batteri gram-negativi: B. melitensis, B. abortus, B. suis, B. canis, B. ovis e B. neotomae, con le prime quattro specie note per la loro capacità di trasmettersi all’uomo.
Considerata un serio problema per la sanità pubblica e l’economia, specialmente nelle comunità rurali e agricole, la brucellosi nelle persone può derivare dal contatto con animali o prodotti animali infetti. Le principali vie di trasmissione includono il consumo di cibi e bevande contaminati, l’inalazione dei patogeni e il contatto diretto tramite lesioni cutanee. La via alimentare rimane la più comune, con un particolare rischio legato al consumo di latte non pastorizzato.
Gli operatori di laboratorio e gli addetti ai lavori in ambito veterinario o agroalimentare sono particolarmente esposti al rischio di inalazione, mentre macellai, veterinari e cacciatori possono contrarre la malattia attraverso ferite. Sebbene rari, i casi di trasmissione da cani a uomini sono documentati, ma generalmente limitati a contatti diretti con materiali biologici infetti.
La trasmissione interumana è eccezionalmente rara, suggerendo che eradicare la malattia negli animali potrebbe virtualmente eliminare il rischio per l’uomo. Casi di contagio da madre a figlio, attraverso l’allattamento o per via sessuale e tramite trapianti, sono stati segnalati ma restano aneddotici.
Sintomi e Terapia
I sintomi della brucellosi sono spesso aspecifici, mimando quelli influenzali come febbre, cefalea, dolori muscolari e affaticamento. La patologia può evolvere in infezioni del sistema nervoso o cronicizzarsi, con febbri periodiche e dolore persistente.
Il trattamento prevede l’uso di antibiotici, tipicamente doxiciclina e rifampicina in combinazione per sei settimane, per prevenire le recidive. Nei casi severi è necessario il ricovero ospedaliero, e nonostante le cure, persiste un rischio di mortalità, seppur basso.
Prevenzione
Non esistendo vaccini per l’uomo, le raccomandazioni preventive si concentrano sull’evitare il consumo di prodotti non pastorizzati e sull’uso di protezioni individuali per chi lavora in contesti a rischio.
In sintesi, la lotta contro la brucellosi richiede un approccio integrato che comprenda vigilanza sanitaria, educazione al rischio e strategie di prevenzione focalizzate sia sugli animali sia sui prodotti di origine animale, per tutelare la salute pubblica e l’integrità delle economie rurali.