Ristorante da Vittorio a Brusaporto: la recensione di un grande ristorante italiano con 3 stelle Michelin
Finalmente siamo andati a provare un grande ristorante italiano, uno dei pochi che può fregiarsi delle 3 stelle Michelin: il ristorante Da Vittorio a Brusaporto. Visitato a pranzo il 29 maggio.
Prima di parlare di una grande esperienza culinaria è doveroso spendere due parole di lode per il luogo stesso, piccola oasi di pace incastonata nel verde. Il locale fa parte della catena Relais & Chateau ed è immerso nel verde di un grande parco di 10 ettari con laghetti, campi da tennis, calcetto e giardini molto curati.
Il ristorante è molto elegante con sale in stile classico, agghindate con stile baroccheggiante: si respira un’aria di solennità, ma il personale è molto cordiale, premuroso e ti fa sentire ben accolto con un sorriso cordiale. Non è un semplice ristorante con uno chef e la sua brigata, da Vittorio è un tempio della cucina, un meccanismo perfetto in cui decine e decine di persone lavorano tra sala e cucina. E non ci sono solo i componenti della famiglia Cerea, ma una vera e propria squadra che non lascia nulla al caso, pur di assicurare un’esperienza unica anche al gaudente più pretenzioso.
Ci sediamo e scegliamo la colazione di lavoro arricchita da un piatto scelto alla carta.
Iniziamo con il benvenuto, 2 piccoli assaggi molto buoni: un sorbetto di cetriolo.
E una cialdina con gambero rosso. Due idee interessanti che ci lasciano ben sperare.
I due antipasti sono eccellenti, piatti freschi, giocati su un contrasto sapido-acido molto ben congegnato: tagliatelle di tonno marinato con fonduta e leggera bagna cauda e una polentina integrale con una mousse di baccalà all’aglio bianco.
La partenza è ottima, i piatti sono originali, sontuosi per il coraggio degli accostamenti, ma si parte da un materia prima di grande spessore, che viene lavorata con tocco leggiadro. La polentina era ottima, il tonno strepitoso.
Il primo è un grande classico del ristorante da Vittorio e lo fanno da 50 anni: Paccheri alla Vittorio. Un piatto semplice, ma gustoso, altro non è che paccheri conditi con una salsa di pomodoro, formaggio e basilico, con la particolarità che ogni pacchero conteneva un mezzo pomodorino semi-appassito.
La mantecatura era splendida per cremosità, il sugo gustoso, intenso, da tuffarsi dentro. Ancora una volta apparente semplicità ed esaltazione di ingredienti unici, con la tecnica che quasi “non si sente”.
Piccola nota sul pane: la selezione dei pani che ci portavano man mano che si procedeva nel viaggio era stupefacente. La voglia di fare la scarpetta in quel sugo di pomodoro era tanta…
I secondi sono una celebrazione del mare, gusti complessi per espressività, ma mai difficili, lavorazione senza forzature, sottolineata da un bel gioco di contrasti aromatici.
Il secondo era un trancio di branzino in salsa di asparagi accompagnato da asparagi fritti e altri asparagi croccanti: decisamente intrigante.
Dalla carta abbiamo scelto il gran fritto di pesce, frutta e verdure, tra i migliori fritti mai mangiati, leggerissimo e croccante con una pastella impalpabile. Da applausi.
Per finire la piccola pasticceria servita in modo originale, sopra una nuvola di zucchero filato e dei cannoli alla crema che vengono farciti al momento, mentre venivamo invasi da stupore quasi fanciullesco.
Carta dei vini del ristorante da Vittorio
Il vino che ha accompagnato il pranzo da Vittorio, un grande, anzi mitico, Champagne: Fidele di Vouette et Sorbee. Bella carta dei vini, ampia ma non molto profonda, e con netta prevalenza delle grandi firme dell’enologia italiana e mondiale, ma con poca ricerca se vogliamo cercare il pelo nell’uovo. Ok, i clienti vogliono Dom Perignon a fiumi, ma volendo si può dare di più.
Quanto abbiamo speso da Vittorio
Spesa per tutto questo ben di dio: 200 euro a persona. In conclusione una bella esperienza che suscita la voglia di ritornare e questo è positivo: anzi fondamentale.