Ayaki sushi restaurant: come si mangia nel nuovo ristorante all you can eat di Imola
Il ristorante Ayaki di Imola è il classico ristorante all you can eat, dove con 12,90 euro per pranzo e 24,90 per cena potrete mangiare tutto quello che volete. Ovviamente non aspettatevi un sushi master con la katana di Hattori Hanzo a fare il sushi: di giapponesi non ce ne sono e la cucina è una miscellanea di piatti che vanno dal classico sushi, al sashimi, passando per alcuni piatti cinesi e giapponesi rivisitati in chiave semplicistica.
Ci sarebbe molto da discutere sul concetto di all you can eat, fuorviante e poco educativo, per non dire pernicioso, che avvilisce il concetto di cibo, trasformandolo da piacere ad orgia ingorda di consumismo cheap.
Ma il peggio è che questi locali per quanto possano essere sbrilluccicosi e patinati, offrono una qualità media del cibo che non potrà mai essere più che mediocre. La ragione è molto semplice: il pesce costa e pensare che per 24 euro tu possa mangiare a iosa è ridicolo. I conti in un modo o nell’altro tornano devono tornare. Guadagnano con le bevande, ma nessuno regala mai nulla, questo è certo.
Non vuole essere un attacco personale al ristorante Ayaki, questo vale per tutti i ristoranti all you can eat: è un imbarbarimento che affligge la nostra società dal profondo.
Non sono stati i ristoratori cinesi a creare questo problema culturale, mandando in cortocircuito la cucina giapponese e creando una catena di montaggio della mediocrità, quando invece il sushi è un ricerca spasmodica della qualità migliore, intagliata in un gesto unico, fatto da mani che lavorano per 10 anni prima di arrivare anche solo a livello sushi noob slave.
In ogni modo se mangerete al ristorante Ayaki non vi andrà neanche così male. I piatti sono assemblati in maniera curata e pittoresca e c’è anche una certa fantasia, tanto che nel menu troverete un centinaio di interpretazioni di assaggi, roll e maki. Ma non aspettatevi una vera cucina giapponese e nemmeno una materia prima molto pregiata. È il solito ristorante che ammicca e ti seduce con la formula del mangia che ti passa e la prova del nove è il tonno.
Se è vero che i vari maki fantasia e i roll con formaggio, uova di pesce e ripieni di fritti hanno un certo carattere lipidico, quando provate il sashimi di tonno iniziano i problemi. Lo abbiamo mangiato in due occasioni, la prima volta il colore era inquietante e consistenza e sapore non erano molto incisivi, anzi tendevano allo zero gustativo.
La seconda volta era un po’ meglio, ma sempre sotto ton(n)o.
Altra lacuna è il salmone, grasso e ridondante come sapore e consistenza. Ma questo è un problema impossibile da risolvere, finché la gente continuerà a mangiare salmone da allevamenti intensivi che vengono ingozzati di mangimi e antibiotici e condividono 2 cm cubi in 50.
I ravioli alla piastra tipo gyoza non erano malvagi, anche se con ripieno troppo salato e un po’ troppo asciutto.
Il riso alla cantonese non era male. La tempura flaccida e bolsa, è arrivata già fredda, quindi magari 20 minuti prima non era neanche da disprezzare.
Il servizio è altalenante: il personale non mostra grande reattività ed entusiasmo e nemmeno propensione alla lingua italiana, ma la nostra cameriera è stata gentile e tutto quello che abbiamo chiesto ci è stato portato in un modo o nell’altro. Quella che può sembrare scontrosità in realtà non è affatto maleducazione, ma la semplice barriera linguistica e il fatto che il locale sia sempre pieno non aiuta di certo a coordinare il lavoro con serenità.
Il ristorante in sé ha fatto quasi scandalo, anche se le lamentele sono abbastanza ridicole e fanno capire in quale abisso sia sprofondata la percezione della cucina giapponese. Le porzioni sono piccole, costa più degli altri all you can eat e non si può ordinare lo stesso piatto due volte.
E questo dice tutto su quanto sia desolante parlare di cucina giapponese in Italia. Se siete abituati ad andare a mangiare negli all you can eat a 10 euro c’è un problema, il cibo non può e non deve costare così poco. Il prezzo si paga da un’altra parte: materie prime scarse, condizioni igieniche discutibili, impatto ambientale e sostenibilità, basse paghe per i dipendenti.
Quindi, il fatto che il ristorante Ayaki faccia pagare di più è un bene. Siamo partiti criticando pesantemente questo locale, ma è molto meglio dei soliti all you can eat che servono sushi di plastica e riso stracotto al sapore di nulla con salsa dimenticami di me.
Resta il fatto che siamo distanti anni luce dalla vera cucina giapponese, ma questo non lo sanno in molti e il fatto di poter mangiare fino a scoppiare è una sirena dal canto irresistibile.
Seduta di fronte a me c’era una mamma con due figli di 12 e 14 anni. I piatti non facevano in tempo ad arrivare che li avevano già spazzolati, tanto che ci si sono messe due cameriere a fare la spola. Il fanciullo di 14 anni si è fatto fuori 17 piatti, gli assaggi li buttava giù come un pinguino, una macchina, con la mamma che diceva: “Bravo, cos stassera non devi neanche mangiare.”
E allora di cosa stiamo parlando?
Alla fine tante parole, ma recensire un ristorante all you can eat non ha molto senso, era un modo per criticare il concetto perverso di questa formula barbara. Come ristorante fake giapponese ad Imola non troverete di meglio.