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Genepì: un liquore alpino con radici profonde

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Genepì: un liquore alpino con radici profonde

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Il Genepì è più che un semplice liquore: è un simbolo della cultura e della tradizione delle Alpi. Questo elisir aromatico è profondamente radicato nelle usanze e nella vita quotidiana delle popolazioni alpine, specialmente nelle regioni francesi di Savoia, Alta Savoia e Dauphiné, e nelle regioni italiane del Valle d’Aosta e del Piemonte.

Storia del Genepì

La storia del Genepì risale al Medioevo, quando gli erboristi e i monaci alpini iniziarono a utilizzare le piante locali, tra cui il genepì, per la produzione di medicinali e liquori. Il nome “genepì” deriva dal termine franco-provenzale “genepy” o “genepi”, che indica una serie di piante aromatiche alpine, tra cui Artemisia absinthium, Artemisia umbelliformis e Artemisia mutellina. Queste piante, notoriamente resistenti, sono in grado di prosperare nelle condizioni estreme delle alte montagne senza alcun problema.

Il genepì veniva tradizionalmente utilizzato per le sue proprietà medicinali, tra cui la capacità di aiutare la digestione, combattere l’insonnia e alleviare i mal di montagna. Col passare del tempo, tuttavia, il suo uso si è diffuso nelle case locali come digestivo e bevanda di benvenuto, diventando una parte fondamentale della cultura culinaria delle Alpi.

Il cugino del vermut italiano

E a questo punto vi si sarà accesa una lampadina nella ghiandola pienale dei ricordi alcolici. Tutto ricorda molto il percorso storico del vermouth: i tempi sono quelli, i luoghi sono sempre gli stessi e anche la Artemisia absinthium è un ingrediente comune. Ma sì, certo, sono cugini! Solo che il vermouth è un vino fortificato a cui vengono aggiunte anche delle spezie varie, mentre il genepì, oltre ad essere “puro”, cioè senza spezie, è un liquore, un amaro e ha ovviamente un grado alcolico più elevato. Diciamo però che la radice culturale, produttiva e territoriale è la stessa.

Caratteristiche del Genepì

Il Genepì è noto per il suo sapore unico e complesso, un perfetto equilibrio tra amaro e dolce. Il colore può variare dal giallo pallido al verde intenso, a seconda delle piante utilizzate e del tempo di invecchiamento. L’aroma è caratteristico, con note di erbe alpine, fiori e un retrogusto leggermente amaro.

La preparazione del genepì prevede la macerazione delle cime fiorite di genepì in alcol per diverse settimane. Questo processo estrae i composti aromatici e i principi attivi della pianta. Successivamente, si aggiunge uno sciroppo di zucchero per bilanciare l’amaro dell’alcol e delle erbe. Dopo un periodo di riposo, il liquore viene filtrato e imbottigliato.

Come servire il Genepì

Il Genepì viene tradizionalmente servito freddo come digestivo, ma può essere anche usato come ingrediente in cocktail o per aromatizzare dolci e dessert. Un bicchierino di Genepì dopo un pasto può essere un modo perfetto per concludere una giornata trascorsa sulle piste da sci o per riscaldare una serata fresca in montagna.

Se siete dei duri di montagna, aggiungete 1 cl di genepì al vostro tè delle 5 e scoprirete una bevanda tonificante come poche.

Se volete provare un cocktail grandioso, provate a fare il Negroni, con il genepì al posto del gin: un piccolo capolavoro.

Conservazione della specie e sostenibilità

È importante fare presente che alcune specie di genepì sono protette nelle Alpi a causa della loro raccolta eccessiva. Per la produzione del liquore, è quindi consigliabile utilizzare solo piante coltivate o acquistare genepì da produttori responsabili che rispettano le normative sulla raccolta e la conservazione delle piante alpine.

Ricetta per fare il Genepì a casa

Ingredienti

  • 40 rametti di fiori di Genepì (Artemisia), raccolti in modo responsabile
  • 1 litro di alcol a 96
  • 300 grammi di zucchero

Preparazione

Raccolta: Prima di tutto, dovrai raccogliere i tuoi rametti di Genepì.

È fondamentale assicurarsi di farlo in modo sostenibile. La raccolta dovrebbe essere fatta in estate, intorno a luglio o agosto, quando le piante sono in piena fioritura. Se non riesci a trovarli in natura, consulta i giardinieri o i fornitori locali.

Macerazione

Una volta ottenuti i tuoi rametti, mettili in un grande barattolo e versa l’alcol su di essi. Assicurati che tutti i rametti siano immersi. Sigilla bene il barattolo e conservalo in un luogo fresco e buio per circa 40 giorni. L’oscurità aiuterà a preservare il colore vibrante dell’infusione.

Preparazione dello Sciroppo

Prima della fine del periodo di macerazione, prepara uno sciroppo semplice, rapporto 1 a 1. Sciogli lo zucchero in un volume d’acqua uguale, in un pentolino, a fuoco basso, poi lascialo raffreddare.

Dopo 40 giorni, filtra l’alcol in una grande ciotola, rimuovendo tutto il materiale vegetale ed eventuali impurità. Mescola l’infusione idroalcolica con il tuo sciroppo. La quantità di sciroppo che aggiungi dipenderà dal tuo gusto; alcuni preferiscono un liquore più dolce, altri qualcosa di più amaro. Inizia con una piccola quantità, assaggia e regola come necessario.

Imbottigliamento:

Una volta che sei soddisfatto del gusto, trasferisci il tuo Genepì fatto in casa in una bottiglia o in più bottiglie usando un imbuto. Sigilla le bottiglie e conservale in un luogo fresco e buio.

Invecchiamento: dove solo le aquile osano

Questo passaggio è opzionale, ma l’invecchiamento del liquore per alcuni mesi aiuterà i sapori a fondersi e ad approfondirsi. Cerca di aspettare almeno un mese prima di assaggiarlo, ma sappi, amico mio, che si consiglia un invecchiamento di almeno 3 mesi per un liquore più dal sapore più bilanciato e sontuoso.

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