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Sapete dove ho mangiato i migliori alfajores della mia vita? A Buenos Aires, seduto al tavolino di “La Casa del Alfajor” in Avenida Corrientes, a due passi dal Teatro Colón. Erano così fragranti e cremosi che ancora oggi, mentre ve ne parlo, sento sulla lingua quel sapore divino! Ma voi vi stare chiedendo, ma zio cosa sono i alfajores?
Gli alfajores tradizionali sono composti da due dischi friabili di pasta a base di amido di mais, farina, burro, zucchero e uova, con un cuore di dulce de leche, il celebre caramello latinoamericano ottenuto dalla lenta cottura del latte zuccherato.
La consistenza è magica: si sciolgono letteralmente in bocca. L’esterno può essere semplice, rotolato nel cocco rapè, oppure ricoperto di cioccolato fondente o bianco. Dopo la carne sono la cosa più buona e lussuriosa che possiate mangiare in Argentina.
Origine e storia
Gli alfajores nascono nella Spagna moresca medievale: il termine deriva dall’arabo al-fakhir che significa “lussuoso”, “sontuoso”. Inizialmente erano dolcetti di miele, noci e spezie, diffusi in Andalusia. Durante la colonizzazione spagnola, la ricetta emigrò in Sud America, dove subì una trasformazione radicale.
In Argentina, Uruguay, Perù e Cile, gli alfajores si sono evoluti diventando un emblema gastronomico nazionale. Ogni paese vanta la propria versione: morbidi, friabili, ripieni di dulce de leche e rotolati nel cocco o ricoperti di cioccolato. Oggi rappresentano uno degli snack più amati di tutto il continente sudamericano.
Dove mangiare i migliori alfajores
Se vi capita di viaggiare in Argentina, non perdetevi i mitici alfajores di “Havanna”, un’istituzione, quelli ricoperti di cioccolato sono da urlo. A Lima, invece, i migliori si trovano da “Dulceria Santa Rosa”. In Uruguay, è d’obbligo fermarsi da “La Pataia” a Punta del Este.
Ingredienti
(per fare circa 20 alfajores)
- 200 g di farina 00
- 300 g di amido di mais (maizena)
- 200 g di burro morbido
- 100 g di zucchero a velo
- 3 tuorli
- 1 uovo intero
- 1 cucchiaino di estratto di vaniglia
- 1 cucchiaino di lievito per dolci
- Scorza grattugiata di 1 limone non trattato
- 400 g di dulce de leche (per farcire)
- Cocco rapè o cioccolato fuso per la copertura
Procedimento
- Preparate l’impasto: in una ciotola capiente montate il burro con lo zucchero a velo fino a ottenere una crema soffice. Incorporate i tuorli e l’uovo uno alla volta, continuando a montare. Aggiungete la vaniglia e la scorza di limone.
- Unite le polveri: setacciate farina, amido e lievito e aggiungeteli all’impasto, lavorando brevemente con una spatola o a mano. Il composto deve risultare morbido, ma non appiccicoso. Se serve, aggiungete un cucchiaio di farina.
- Riposo: avvolgete l’impasto nella pellicola e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 1 ora.
- Formatura: stendete l’impasto a uno spessore di circa 5 mm. Ricavate dischetti di 4-5 cm di diametro usando un coppapasta.
- Cottura: disponete i dischi su una teglia foderata di carta forno e cuocete in forno statico preriscaldato a 170°C per circa 10-12 minuti. I biscotti devono restare chiari.
- Farcitura: una volta freddi, spalmate una generosa quantità di dulce de leche su un disco e accoppiatelo con un altro.
- Decorazione: rotolate i bordi nel cocco rapè o immergete gli alfajores nel cioccolato fuso a piacere.
Conservazione
Gli alfajores si conservano chiusi in una scatola di latta per 4-5 giorni. Diventano ancora più buoni dopo 24 ore, quando il dulce de leche ha ammorbidito ulteriormente la pasta.
Valori nutrizionali (per 100 g)
- Calorie: 420 kcal
- Grassi: 22 g
- Carboidrati: 50 g
- Proteine: 5 g
Curiosità finali
- In Argentina si vendono oltre 900 milioni di alfajores all’anno.
- Esiste un’intera festa dedicata: “Festival Nacional del Alfajor“.
- I più celebri alfajores industriali? Gli “Havanna” e i “Balcarce”.
Preparateli a casa e scoprirete che un boccone di alfajor vale più di mille voli intercontinentali!
Vino in abbinamento agli Alfajores
Con i loro toni burrosi, il dulce de leche vellutato e il finale zuccherino, gli Alfajores meritano un compagno che sappia essere dolce ma anche rinfrescante. Un Moscato d’Asti DOCG è perfetto: bollicina gentile, freschezza fruttata, equilibrio.
Etichetta consigliata:
Moscato d’Asti DOCG “Lumine” – Ca’ d’Gal: morbido, aromatico di pesca e salvia, perfetto per bilanciare la dolcezza cremosa degli Alfa.