Scoperta incredibile a Populonia: Il Calamaio di Ledeltius e la Storia di un Liberto
Dal cuore degli scavi archeologici di Populonia, emerge la straordinaria storia del liberto Ledeltius.
Durante le ricerche nel Parco Archeologico di Baratti e Populonia, è stato rinvenuto un calamaio in ceramica a vernice nera perfettamente conservato, insieme a stili per la scrittura su tavolette cerate e un frammento di bambola in ceramica risalente all’epoca romano-repubblicana.
Questi ritrovamenti provengono da una domus aristocratica distrutta da un incendio intorno al 50 a.C., che ci svela la storia di Ledeltius, uno schiavo che riuscì a ottenere la libertà.
Ledeltius era un contabile al servizio di un influente politico di Populonia durante l’epoca romano-repubblicana. Il suo nome, inciso sul calamaio ritrovato, è composto dalla lettera L (probabilmente abbreviazione di Lucius), la lettera T (iniziale di un gentilizio non identificato) e il nome Ledeltius, di origine greca e latinizzato. Era probabilmente anche il pedagogo dei figli del padrone di casa, tra cui una bambina proprietaria della bambola ritrovata dal team di ricerca guidato da Camporeale e Niccolò Mugnai della Faculty of Classics della University of Oxford.
Gli esperti ritengono che Ledeltius sia passato per il grande mercato degli schiavi dell’Egeo, dove ricevette un nome greco. Successivamente, giunse in Italia e a Populonia in stato di schiavitù. La sua figura era essenziale per la gestione dei conti e dei documenti ufficiali del padrone di casa, il cui ruolo politico di rilievo è ancora oggetto di studio. Si ipotizza che fosse un magistrato di Populonia, uno dei più eminenti dell’Etruria romana, dato il lusso della dimora che comprendeva anche una piccola terma privata.
L’incendio che distrusse la casa intorno al 50 a.C. avvenne durante le guerre civili della tarda Repubblica romana. Sebbene la causa precisa dell’incendio non sia nota, l’intera abitazione crollò e non fu più ricostruita. Questo offre un’opportunità unica per gli archeologi, simile a quella di Pompei ed Ercolano, poiché la vita nella domus si fermò bruscamente, lasciando intatti i reperti.
Tra i ritrovamenti, ci sono utensili da cucina, parti di mobili, ceramiche per la tavola e la dispensa, giocattoli in terracotta, lampade, pedine da gioco, chiavi e serrature. Le stanze più ricche, destinate agli ospiti, hanno rivelato pavimenti a mosaico, terme private e sale da banchetto.
Gli scavi sono aperti al pubblico e i reperti verranno presentati in anteprima durante gli eventi “Gli archeologi raccontano” nei giorni 11 e 18 luglio alle ore 18, presso l’acropoli di Populonia. L’area di scavo fa parte del percorso di visita del Parco, aperto tutti i giorni in luglio e agosto, e gestito dalla Parchi Val di Cornia Spa grazie a un accordo di valorizzazione con il Ministero della Cultura, la Regione Toscana e il Comune di Piombino.