San Marziano”: il Pomodoro Nano Rivoluzionario per le Missioni Spaziali
In un’epoca dove la conquista dello spazio si fa sempre più concreta, l’Enea porta una novità rivoluzionaria: il pomodoro “San Marziano“. Questo frutto nano, arricchito di antiossidanti, è stato progettato per supportare l’alimentazione degli astronauti in missioni di lunga durata e per resistere alle radiazioni spaziali.
La ricerca, inserita nei progetti Hortspace e Bioxtreme finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana, ha ottenuto visibilità nelle riviste scientifiche Frontiers in Astronomy and Space Sciences e Frontiers in Plant Sciences, segnando un passo significativo nel campo dell’agricoltura spaziale.
Silvia Massa, del Laboratorio Enea di Biotecnologie, mette in luce l’importanza di queste ricerche: “Nell’esplorazione spaziale umana, in particolare nei viaggi verso la Luna e Marte, diventa fondamentale poter contare su risorse autoprodotte. Questo pomodoro non solo fornisce cibo fresco e salutare agli astronauti, ma è anche una preziosa fonte di molecole antiossidanti e biofarmaci essenziali per la sopravvivenza nello spazio.”
Il contesto spaziale, con le sue sfide uniche quali l’ambiente confinato, le differenti condizioni di gravità e le radiazioni ionizzanti, influisce significativamente sulla salute umana e sulla crescita delle piante, rendendo queste ricerche cruciali. La sfida principale affrontata dall’Enea è stata quella di adattare le piante a queste condizioni estreme, garantendo la qualità e la sicurezza del cibo.
Il “San Marziano” è il risultato di uno studio approfondito, partito nel 2024, sulle modalità di crescita delle piante in ambiente extraterrestre e sugli effetti delle radiazioni sulla loro fisiologia. Questo pomodoro, oltre ad essere più compatto rispetto alle varietà tradizionali, vanta un elevato contenuto di antocianine, grazie alla “riattivazione” della biosintesi di queste molecole, precedentemente inattiva nelle specie coltivate.
Il team di ricerca, in collaborazione con l’Università di Amsterdam, ha utilizzato l’impianto Calliope del Centro Ricerche Casaccia a Roma, simulando le condizioni spaziali per studiare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sulle piante. Queste ricerche non solo apportano benefici in ambito spaziale, ma offrono anche preziose intuizioni per la protezione della salute umana e per la salvaguardia dei dispositivi tecnologici in ambienti estremi.