Quattro persone su cinque hanno acquistato vino in base all’aspetto dell’etichetta
Circa l’85% delle persone ha affermato di aver acquistato una bottiglia di vino in passato principalmente in base all’aspetto dell’etichetta, hanno rivelato i dati di un sondaggio promosso dal sito Vivino sulle abitudini dei winelover.
Il sondaggio ha valenza molto scarsa, visto che il bacino di utenza si limita ad una platea di solo 1800 bevitori di vino, in ogni caso, il dato fa un certo effetto. Quattro persone su cinque intervistate hanno affermato di aver precedentemente acquistato vino principalmente in base all’aspetto dell’etichetta o della bottiglia.
I risultati del sondaggio mostrano quanto siano importanti le scelte di design per avere impatto sul pubblico. Ormai non basta più essere buoni, bisogna pensare anche ad essere ammiccanti, emotivamente coinvolgenti e creativi quando si tratta di invogliare i consumatori a provare qualcosa al di fuori della loro comfort zone. Il Global Wine Masters introdurrà il prossimo anno un nuovo premio: il Design And Packaging Masters che premierà i vini meglio presentati sul mercato. Ormai siamo alla frutta sciroppata dentro il vin brulé. Devono trovare un premio per tutto, dopo i tatuaggi dei birraioli più in sintonia con la propria birra, arriviamo anche al premio packaging etichetta sbrilluccicante.
Un esempio eclatante è la bottiglia del Chin Chin vinho verde di Quinta do Embrizio, un vino che è assurto a vera e propria icona dei supermarket londinesi nell’ultimo anno. Ma non per il fatto che sia un vino eccellente e irripetibile, ma perché la sua etichetta immediatamente riconoscibile esercita un fascino dirompente sulla mente degli acquirenti che si sentono spaesati nel mare di bottiglie che nuotano negli scaffali.
Paul Jones, wine director di Vivino, ha commentato i risultati con un sorriso sardonico:
“Con così tanti bevitori di vino che ammettono di fare affidamento sull’aspetto di una bottiglia o di un’etichetta, è chiaro che un’etichetta ben progettata può avere una grande influenza sul modo in cui acquistiamo il vino. Il design accattivante viene utilizzato dai marchi di molti settori per catturare l’attenzione anche dei pesci pagliacci. Quando un compratore di vino si trova in trincea, circondato da battaglioni di bottiglie, quello che fa è lasciarsi influenzare da quella che ha l’etichetta più procace e si lancia in un assalto alla baionetta per salvarsi dall’imbarazzo. Non tutti riescono a mettere a fuoco e discernere chiaramente tutte le etichette, soprattutto quando tua moglie ti mette pressione per andare a prendere i croccantini per il gatto. Forse sarebbe meglio portare il proprio gatto al supermercato a far scegliere a lui/lei il vino, dopo tutto acume, olfatto e vista acuta non gli fanno difetto.
“L’enorme volume di vini disponibili significa che spesso uno è destinato a perdere in partenza. Una persona, per quanto determinata ed eretta nella posa, non potrà mai essere esperta di tutti i vini del mondo, non importa quanto tua abbia sudato sopra i libri. Ed è per questo che si deve studiare il comportamento delle folle e creare un algoritmo che replichi il susseguirsi di eventi che portano alla scelta di un’etichetta a discapito di un’altra, in un gioco di rimandi infiniti che si inseguono senza sosta né soluzione di continuità.”