Oltre 600mila tonnellate di reti fantasma nei mari: un piano europeo per fermarle
Le tartarughe marine del Mediterraneo sono costantemente minacciate dalla plastica dispersa in mare e dagli attrezzi da pesca abbandonati, che spesso le intrappolano causando gravi lesioni o la morte. Per affrontare questa emergenza, nasce Life Oasis, un ambizioso progetto europeo con l’obiettivo di mitigare l’impatto della pesca e dei rifiuti marini sulla fauna marina, con particolare attenzione alla tutela della tartaruga Caretta caretta, la specie più comune nelle acque del Mediterraneo.
L’iniziativa, della durata di cinque anni, è co-finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma LIFE e riunisce enti di ricerca, associazioni ambientali e comunità di pescatori in un lavoro congiunto per migliorare la sostenibilità della pesca e preservare l’ecosistema marino.
Tecnologia all’avanguardia per proteggere le tartarughe
Uno degli aspetti più innovativi del progetto Life Oasis è lo sviluppo di un modello intelligente di Ifad (Intelligent Anchored Fish Aggregating Device), dispositivi di pesca ancorati sul fondale marino, progettati per ridurre la cattura accidentale di specie protette come le tartarughe marine.
Questi strumenti, dotati di sensori avanzati, permetteranno di:
- Monitorare la presenza di pesci e tartarughe marine, prevenendo l’intrappolamento accidentale.
- Raccogliere dati sull’ecosistema marino, fornendo informazioni cruciali sulla distribuzione delle specie.
- Ridurre l’uso di attrezzi da pesca abbandonati o dispersi (ghost fishing), principale causa di sofferenza per molte creature marine.
Parallelamente, il progetto prevede la mappatura delle aree più critiche in cui si accumulano reti fantasma e altri rifiuti marini, contribuendo alla loro rimozione in collaborazione con i pescatori locali.
Un approccio innovativo: collaborazione tra pescatori e scienziati
“Il progetto unisce tecnologia e ricerca, coinvolgendo direttamente pescatori, operatori del settore e studiosi per prevenire la cattura accidentale delle tartarughe marine,” spiega Monica Blasi, presidente dell’associazione Filicudi Wildlife Conservation, partner italiano del progetto.
Secondo Blasi, Life Oasis rappresenta un modello di cooperazione efficace, in cui gli stessi pescatori diventano attori fondamentali nella tutela dell’ambiente marino:
“Le azioni che porteremo avanti contribuiranno a migliorare la salute degli ecosistemi marini, prevenendo danni alla biodiversità e riducendo il rischio di cattura accidentale di specie protette.”
I partner del progetto Life Oasis
Il progetto è coordinato dalla ONG spagnola Alnitak Research Institute, che da anni lavora nella tutela della fauna marina. Tra i partner scientifici figurano istituzioni di primo piano:
- Consiglio Superiore delle Ricerche Scientifiche Spagnolo (CSIC)
- Stazione Zoologica Anton Dohrn (Italia)
- Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa
L’Italia, in particolare, svolge un ruolo chiave nel progetto grazie alla partecipazione dell’associazione Filicudi Wildlife Conservation, da sempre impegnata nella salvaguardia delle tartarughe marine nel Tirreno.
L’importanza della lotta alla pesca fantasma
Il problema degli attrezzi da pesca abbandonati, persi o scartati (Abandoned, Lost or Discarded Fishing Gear – ALDFG) è una delle principali minacce alla fauna marina. Secondo stime della FAO, ogni anno circa 640.000 tonnellate di attrezzature da pesca vengono perse o abbandonate negli oceani, rappresentando una delle forme più letali di inquinamento marino.
Le reti fantasma possono continuare a intrappolare e uccidere pesci, tartarughe, uccelli marini e mammiferi per decenni. Progetti come Life Oasis sono quindi cruciali per mitigare questi effetti devastanti e promuovere una pesca più sostenibile e responsabile.