L’Italia Accoglie 82.550 Lavoratori Stagionali: Impulso Cruciale per l’Agricoltura e il Turismo
In Italia, da oggi, martedì 12 dicembre, prende il via il processo di inserimento di 82.550 lavoratori stagionali extracomunitari. Questo importante passo è previsto dal recente Dpcm, che traccia il percorso per i flussi di lavoro 2023-2025, e riserva ben 40.000 posti su richiesta delle associazioni datoriali, in base al protocollo stabilito nell’agosto 2022.
Secondo Coldiretti, il fulcro di questo nuovo piano si concentra prevalentemente nei campi dell’agricoltura e dell’ospitalità turistica, due settori chiave per l’economia italiana.
La Coldiretti sottolinea che, nel 2022, i lavoratori migranti hanno giocato un ruolo fondamentale nel settore agricolo, contribuendo per il 32% alle giornate lavorative necessarie. Questo dato emerge dall’analisi di Coldiretti, che ha partecipato alla stesura del Dossier statistico sull’immigrazione realizzato dal Centro studi Idos.
Per quanto riguarda la demografia dei lavoratori agricoli extracomunitari in Italia, l’organizzazione evidenzia che la maggior parte proviene dall’India, seguita da Marocco, Albania, Senegal, Pakistan, Tunisia, Nigeria e Macedonia.
I lavoratori stranieri si inseriscono efficacemente in vari “distretti agricoli” italiani, diventando una parte integrante sia dell’economia che del tessuto sociale. Esempi emblematici sono la raccolta delle fragole in Veneto, la produzione di barbatelle in Friuli, la coltivazione di mele in Trentino, la raccolta di frutta in Emilia Romagna, di uva in Piemonte, fino agli allevamenti lattieri in Lombardia.
Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, sottolinea l’importanza di gestire efficacemente la manodopera attraverso il decreto triennale, che prevede un aumento significativo delle unità lavorative: dalle 42.000 del passato alle 82.000 del 2023, fino a raggiungere le 90.000 nel 2025. Inoltre, evidenzia l’aumento delle quote riservate alle associazioni agricole per i loro soci, passando dalle 22.000 unità dello scorso anno a 40.000 nell’attuale anno, garantendo così alle imprese italiane la disponibilità di lavoratori regolari.