L’Enigma dell’Artista di Assisi: Una Mostra Celebra il Maestro Senza Nome del Duecento
Nell’orbita artistica del Duecento, un maestro senza volto si eleva narrando San Francesco attraverso una biografia visiva senza precedenti, realizzata nella Basilica Inferiore di Assisi tra il 1255 e il 1260. Quest’artefice, autore anche delle vetrate della Basilica Superiore, con le sue opere pone al centro del suo progetto artistico San Francesco, seguendo le visioni concettuali di Bonaventura da Bagnoregio, e lo rappresenta come figura chiave per la salvezza della Chiesa e del mondo.
Questo pioniere dell’arte, il cui operato segnò un momento di svolta fondamentale, venne presto eclissato dall’arrivo di Cimabue nell’arena artistica, come afferma Andrea De Marchi, uno dei curatori della mostra dedicata a questo enigmatico maestro presso la Galleria Nazionale dell’Umbria. “L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro” si propone di gettare luce su un periodo cruciale dell’arte, riunendo per la prima volta sette delle nove opere attribuite a questo artista sconosciuto e altre cinquanta per contestualizzare il suo operato, con prestiti da musei di calibro internazionale.
La mostra, che celebra gli 800 anni dalle stimmate del Santo, si articola tra il museo di Perugia e Assisi, mettendo in risalto l’importanza del Maestro di San Francesco, così denominato da Henry Thode alla fine dell’Ottocento, per la mancanza di firme e documenti che ne attestino l’identità. La Croce Dipinta del 1272, esemplare tra i più imponenti realizzati in Italia e simbolo della mostra, evidenzia la transizione dal Cristo trionfante tipico dell’epoca a una rappresentazione più umana e sofferente.
Questo evento si inserisce in un contesto storico dove Assisi, subito dopo la canonizzazione di San Francesco e l’inizio della costruzione della basilica, diventò un cantiere effervescente che attirò artisti da tutta Europa. Il Maestro, con le sue opere, ha saputo narrare la vita del santo in parallelo con quella di Cristo, sottolineando la figura di Francesco come il “Nuovo Cristo” grazie anche al miracolo delle stimmate.
La mostra non solo celebra la figura di un artista che ha saputo interpretare l’eredità bizantina in chiave moderna, ma anche la capacità dell’arte di narrare storie che sono pilastri della nostra cultura. Un evento che ha ricevuto un’ammirazione speciale durante una visita alla Galleria Nazionale dell’Umbria nel 2016, quando il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sintetizzò l’essenza dell’opera del Maestro di San Francesco con parole che riecheggiano l’importanza di questa mostra: un ponte tra passato e futuro dell’arte sacra.