La Cina fa esplodere le esportazioni di sake nel 2022
La Japan Sake and Shochu Makers Association, composta da quasi 1.700 produttori di sake, ha rilasciato dei dati confortanti per le vendite della mitica bevanda di riso fermentato. Il valore totale delle esportazioni di sake nel 2022 ha raggiunto i 47,492 miliardi di yen, mettendo in mostra una crescita per il 13° anno consecutivo.
Lo scorso anno la Cina è stata il più grande mercato di esportazione per il sakè, pesando per il 67,8% del valore totale, seguita da Stati Uniti e Hong Kong.
Il tasso di crescita del valore delle esportazioni ha superato il tasso di crescita del volume e il prezzo medio delle esportazioni per litro è più che raddoppiato rispetto a un decennio fa.
Ciò è in gran parte dovuto alla tendenza del sake premium nella fascia di prezzo elevata per le esportazioni all’estero. E il fatto che un mercato mastodontico come la Cina si sia accorta che il sake è una bevanda di pregio, potrebbe risollevare le sorti di una bevanda in crisi da anni, massacrata da pregiudizi, ma anche vendite assai esigue nel comparto di fascia di prezzo alto.
Il futuro del sakè passa dalla Cina
Il primo Paese in termini di valore dell’export è la Cina, con un totale di circa 14,16 miliardi di yen, in significativo aumento del 137,8% rispetto all’anno precedente.
Dallo studio condotto, risulta che sake giapponese sia una delle bevande più di moda in Cina, apprezzata soprattutto dai giovani e dalle persone benestanti in grado di investire cifre importanti. Bere meno, ma meglio.
Quantity over quality
Gli Stati Uniti sono il principale esportatore in termini di volume, spedendo 9.084 chilolitri (un aumento del 102,9% rispetto all’anno precedente). Al contrario, negli Us, si tende a comprare di più e a spendere di meno per ogni bottiglia e ciò denota un consumo meno consapevole e più saltuario, guidato dalla curiosità.
In ogni caso, il mercato americano è il secondo più grande e vale 10,93 miliardi di yen.
Nel 2022, il prezzo del sake premium al litro in vendita all’estero ha continuato a salire, ricalcando le orme delle vendite 2021.
Dieci anni fa, il valore delle esportazioni era infinitamente più basso, di soli 633 yen al litro, ma nel 2022 è più che raddoppiato a 1.323 yen al litro.
Attualmente il valore dell’export supera il 10% del valore delle spedizioni domestiche, grazie alla ripresa delle attività economiche e alla riapertura dei ristoranti giapponesi dopo un periodo di isolamento e chiusura totale causati dal Covid.
In particolare in Cina, nel 2021, il prezzo medio export al litro in Cina è stato di 1.414 yen. Tuttavia, nel 2022, è salito a 1.917 yen, che segna una crescita del 35,6%, la crescita più alta tra i paesi principali.
D’altra parte, Hong Kong ha avuto il prezzo medio all’esportazione più alto per litro, a 2.870 yen nel 2021, che è stato ridotto a 2.619 yen nel 2022, con un calo dell’8,8%.
In termini di potenziale di crescita futuro, il mercato del sake nel sud-est asiatico, in particolare in paesi come Malesia, Vietnam e Tailandia, si sta espandendo rapidamente.
L’Europa cresce lentamente, ma con costanza
Anche l’Europa sta registrando una crescita costante, con il valore delle esportazioni nel 2023 pari a 25,51 miliardi di yen, con una crescita del 125,3% rispetto allo scorso anno.
Secondo JSS, sta adottando misure per promuovere ulteriormente l’esportazione di sake, compresa una partnership con l’Association de la Sommellerie Internationale (ASI) e la partecipazione a un programma di formazione per giovani sommelier in Malesia.
L’Associazione esporrà anche alle fiere mondiali delle bevande alcoliche in Francia e Germania con l’obiettivo di espandere la propria portata.
Inoltre, l’Associazione è diventata un’organizzazione certificata per la promozione dell’esportazione di prodotti agricoli, silvicoli e della pesca e alimenti per sake, shochu autentico e awamori, che contribuirà a promuovere ulteriormente le esportazioni.
Grazie a degustazioni, corsi di approfondimenti ed eventi a tema, l’argomento sakè sta emergendo dall’anonimato, per imporsi come bevanda di alto livello. L’aumento del trasporto refrigerato del sake ha consentito una maggiore distribuzione pur mantenendo la sua qualità, portando alla formazione di un mercato che accetta il sake come bevanda di fascia alta al di fuori dei ristoranti giapponesi.